
Regalare un sorriso ai bambini ricoverati in ospedale anche nel periodo natalizio: l’iniziativa degli studenti di Infermieristica e del collegio IPASVI.
Anche quest’anno torna l’iniziativa “Natale in corsia” che vede coinvolti alcuni studenti dell’Università di Catania con l’obiettivo di regalare un sorriso, distribuendo doni ai bambini costretti a rimanere in ospedale durante le vacanze natalizie. Quest’anno, i giorni interessati sono stati il 18, 19 e 20 dicembre e gli ospedali catanesi coinvolti quattro: Policlinico, Vittorio Emanuele, Cannizzaro, Garibaldi Nesima. Il 21, inoltre, l’iniziativa è stata estesa anche a Caltagirone.
Una bella iniziativa che va avanti già da molti anni, coinvolgendo gli studenti del corso di laurea in Infermieristica, organizzata dai consiglieri di facoltà e supportata dal presidente Antonio Mistretta e dal coordinatore Angelo Gambera.
Quest’anno, inoltre, ha partecipato all’organizzazione anche il collegio IPASVI, Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia. In particolare, l’iniziativa è stata proposta all’interno della consulta dalla coordinatrice Marzia Donzuso, approvata all’unanimità dal direttivo presieduto da Carmelo Spica, e coordinata da Antonio Arcoria – ex consigliere di facoltà, membro del direttivo della consulta e revisore dei conti dell’IPASVI – che ha fatto da punto di incontro tra i consiglieri di facoltà e il collegio.
Un lavoro di squadra, dunque, che ha visto i ragazzi dell’università raccogliere i fondi per comprare i regali destinati ai bambini, coadiuvati dall’IPASVI con una serata di beneficenza al teatro di cui tutto il ricavato è stato utilizzato per aumentare i fondi e incrementare la portata dell’evento, estendendolo così anche a più ospedali rispetto agli anni precedenti.
“La gratificazione più bella è quella di riuscire a regalare un sorriso o un attimo di serenità. È una cosa che riempie il cuore!”, afferma Antonio Arcoria ai microfoni di Live Unict. “Il tutto nasce anche dagli studi e dal nostro percorso universitario che ci insegnano a guardare al paziente in modo olistico, non considerandone dunque soltanto la sfera biofisiologica, ma comprendendone empaticamente lo stato emotivo ed affettivo. Spero che l’iniziativa continui nel tempo, è un momento di crescita personale e professionale, sensibilizzazione ed emozione per ognuno di noi.
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