Il celebre regista e attore italiano che con i suoi film ha raccontato l’Italia ha ricevuto Laurea Ad honorem a Roma. Un’occasione per parlare della sua passione, del nostro tempo e di come il “dettaglio” sia alla base del suo lavoro.
Accolto da un’ovazione nell’Auditorium dell’Università di Roma Tor Vergata, con il tocco e la toga, un emozionato Carlo Verdone ha ricevuto alla Facoltà di lettere e filosofia la Laurea Honoris causa in beni culturali e territorio.
Prima della proclamazione, il dottorando, ha tenuto una Lectio Magistralis dal titolo Catturare il dettaglio: l’osservazione come elemento fondante della creazione artistica. Proprio lui che del “dettaglio” ha fatto la base del cinema. L’osservazione dei costumi italiani del nostro tempo e le dinamiche sociali reinterpretate in chiave comica, hanno permesso a Verdone di immortale e far riflettere su alcune tendenze e comportamenti. L’avvocato romano Furio Zòccano, pedante, petulante, ossessivo calcolatore e pianificatore; l’ingenuo mammone (diremmo oggi, anche se convive con la nonna) romano Mimmo; Moreno il Volgare, prototipo della figura popolare romana. Sono solo alcuni dei mille personaggi che rappresentano i comportamenti stereotipati tipici del nostro secolo e della nostra italianità.
”Ho fatto del mio meglio, e ora mi trovo nel pieno dell’età matura. Non è per niente facile andare avanti ma resta sempre la voglia di osservare il dettaglio, che può raccontare mille cose – ha detto l’attore-regista, intrattenutosi dopo la cerimonia con i giornalisti – Cercherò di darmi il cartellino rosso da solo, prima che me lo dia il pubblico”.
L’occasione ha permesso anche di esprimersi sui fatti attuali della città di Roma e del cinema internazionale. “È una città che ha un urgente bisogno di ripartire. È il biglietto di presentazione dell’Italia e in questo momento deve prendere esempio da Milano, che grazie a un evento e per il grande senso civico dei cittadini è riuscita a trasformarsi in una città meravigliosa e all’avanguardia”. Sulle accuse Brizzi specifica che “alzando questo polverone il mondo del cinema sembra un mondo di sospettati. C’è anche tanta brava gente e c’è una parte, secondo me piccola, che agisce male”.
Il ringraziamento per la sua fortunata carriera va alla sua famiglia che gli ha permesso di osservare in modo “poetico e ironico” la sua città. Al termine della cerimonia, a sorpresa, la sala cinema della Macroarea di lettera e filosofia è stata dedicata a suo padre, il professor Mario Verdone, pioniere degli studi universitari sul cinema, nel centenario della nascita.
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