
DURHAM, NC - MAY 11: A gender neutral sign is posted outside a bathrooms at Oval Park Grill on May 11, 2016 in Durham, North Carolina. Debate over transgender bathroom access spreads nationwide as the U.S. Department of Justice countersues North Carolina Governor Pat McCrory from enforcing the provisions of House Bill 2 (HB2) that dictate what bathrooms transgender individuals can use. (Photo by Sara D. Davis/Getty Images)
Una svolta storica è stata realizzata ieri in un ateneo italiano dove, grazie all’impegno di Arcigay e Universigay, gli studenti transessuali vedranno rispettata la loro identità di genere percepita. Provvedimenti simili sono stati accolti anche da altre università italiane: fenomeno che dimostra un crescente interesse nei confronti di quesa lotta sociale e una “normalizzazione” nella percezione sociale del fenomeno transgender nella società italiana.
Un doppio documento, un nuovo numero di matricola e nuovi estremi per l’identificazione degli studenti. Sono questi gli accorgimenti burocratici che permetteranno agli studenti transgender di essere identificati nel modo in cui essi si percepiscono e vogliono manifestarsi a colleghi, docenti e personale universitario.
Degli accorgimenti semplici, quali adottati nell’Università di Pavia, che permettono agli studenti e alle studentesse che ne fanno richiesta di essere riconosciuti attraverso un’identità alias (o “di elezione”), non ufficiale ma valida in tutte le sfere della vita universitaria. In sostanza, questo permetterà agli studenti di essere identificati con il nome che sentono proprio. Cosa non da poco visto che mira all’estinzione delle ambiguità che possono sorgere ad esempio, durante gli appelli precedenti gli esami. Gli studenti così non dovranno più fornire spiegazioni su scelte che sono strettamente personali ad ogni professore, collega o membro del personale che incontrerà durante il suo percorso accademico. Di più, l’identità alias permette agli studenti di sostenere l’esame al cospetto di un professore che non è informato della transizione di genere del candidato, informazione che potrebbe indurre alcuni a lasciarsi influenzare a pregiudizi ingiustificati in sede d’esame. Il nuovo sistema d’identificazione sarà adottato in ogni aspetto della vita universitaria dell’Ateneo di Pavia, dalle operazioni di segreteria, ai prestiti bibliotecari, come anche nelle relazioni con il personale degli uffici. Una misura particolare poi, è stata pensata per la gestione delle prenotazioni e delle verbalizzazioni degli esami. Lo studente dovrà prenotarsi all’esame sia con il numero di matricola originale, sia con quello nuovo. Quando riceverà comunicazione della valutazione, chiederà alla segreteria di far confluire il voto per l’esame sostenuto nel percorso universitario originale.
Strategie simili sono state messe in atto anche da altre università italiane, quali la Statale e la Bicocca di Milano e le università di Pisa, Genova e Firenze. In fin dei conti si tratta di strategie semplici da mettere in pratica e al contempo di grande importanza per gli studenti universitari transgender, i quali così non dovranno più esporre i propri dati sensibili per garantirsi una corretta realizzazione del diritto allo studio.
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