Alcune pubblicità ci piacciono molto, altre ci fanno storcere il naso. Lo spot del Buondì è davvero così terrificante o nel corso degli anni la tv ha assistito a pubblicità peggiori?
Ciò che meglio funziona nel sistema pubblicitario odierno sono sicuramente i video e gli spot televisivi, perché le parole se accompagnate dalle immagini hanno una presa più efficace. È risaputo che la pubblicità abbia la capacità di influenzare chi la guarda: si tratta di persuasione. Ci sono spot tv che però sono andati oltre – secondo alcuni – non tanto per i loro soggetti, ma per il modo in cui sono stati pubblicizzati.
Da qualche settimana ad esempio è in onda la nuova campagna del Buondì Motta che consiste in due spot trasmessi nei principali network televisivi ed una serie di gif, immagini per i social. Nello spot c’è una bambina che reclama con insistenza una colazione che sia “leggera ma decisamente invitante” per soddisfare il suo desiderio di golosità. Le rispondono prima la madre, poi il padre manifestando scetticismo sull’esistenza di una colazione di questo tipo, venendo così polverizzati da due “asteroidi” che scatenano la polemica sui social. Uno spot che ha fatto imbestialire parecchie madri-social che denunciano una scena finale con un’immagine terrificante, troppo violenta e “contro la famiglia”.
È evidente come questa generazione di mamme non ha conoscenza delle pubblicità terribili e davvero spaventose che hanno – involontariamente si spera – segnato l’infanzia di molte persone.
Il primo spot “terribile” arriva direttamente dagli anni Sessanta: uno pubblicità sui cereali Krinkles con protagonista un clown davvero spaventoso che recita: “Non importa quale marca di cereali voi abbiate mai provato, non c’è nulla di meglio dei cereali Krinkles ve lo assicuro. Miele, zucchero, lo stesso sapore che hanno i bambini! Mangiane una tazza piena ogni mattina“. “Lo stesso sapore che hanno i bambini” credo basti per comprendere il disagio provocato da questa pubblicità.
Il secondo spot televisivo che mi viene in mente per questa particolare rassegna è quello della Baby Laugh a-lot, una bambola agghiacciante alla vista che emetteva una risata quasi satanica dondolandosi su una sedia. Già di per sé questo basterebbe a rendere il giocattolo invendibile, ideale per fare crescere dei serial killer, ma lo spot riesce a peggiorare il tutto (con bambine che si girano di scatto e che ridono in maniera inquietante) rendendo questo prodotto ancor più terrificante.
L’ultima pubblicità di questa carrellata di “spot del disagio” è sempre made in U.S.A. ma più recente delle precedenti. Si tratta di del Little Baby’s Ice Cream. In questo spot un uomo fatto letteralmente di gelato, mangia se stesso mentre un voce di fondo sussurra: “Il piacere di gustare un buon gelato: buono come te! Se vuoi gustare qualcosa, gusta te stesso, come se potessi assaporarti, dolce, cremoso. Non finisce mai”. La chiusura è poi veramente una chicca: “Little Baby’s Ice Cream, il gusto a te più familiare”. Qui sotto trovate il video, ma la visione è sconsigliata ai deboli di stomaco.
Lo spot tv è sicuramente fondamentale per il successo di un prodotto: più è accattivante ed originale più saranno le probabilità che un potenziale consumatore lo acquisti. Talvolta però sarebbe bene che l’esperto in comunicazione di turno non esageri perché potrebbe ottenere l’effetto contrario ovvero spaventare ed inorridire il telespettatore!
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