È soprannominato “Don Joystick”: si tratta di Don Patrizio Coppola, prete rivoluzionario di Solofra, in Irpinia, che ha creato la prima università dei videogiochi.
Chi dice che i videogiochi sono un semplice passatempo e, oltretutto, dannoso? Don Patrizio Coppola non è affatto d’accordo e crede, anzi, che il multimediale sia un interessante settore su cui investire oggi. Appassionato di calcio e di videogiochi fin da bambino, si occupa dei malati dell’ospedale di Irpinia, ma nelle pause confessa di giocare ancora a FIFA con la sua PlayStation.
L’idea di fondare un’università dei videogiochi nasce qualche anno fa dal Playmont Festival, un festival del multimediale organizzato dallo stesso Don Patrizio in cui si insegnava ai bambini a costruire un videogioco. Vista la passione con la quale i piccoli alunni si sono cimentati nell’impresa, Don Patrizio ha pensato bene di fare le cose in grande, creando un’università apposita con l’obiettivo di investire in un settore lavorativo in cui oggi ci sarebbe una forte richiesta e di garantire ai giovani un futuro roseo.
E così, nel 2013, è nato lo IUDAV – l’Istituto Universitario Digitale di Animazione e Videogiochi. Il corso, quindi, è già attivo ma nel 2017 si sposterà a Solofra dove sorgerà un vero e proprio Campus Universitario e i cui lavori sono in corso. La realizzazione del piano di studi è stata affidata a Carlo Cuomo, professore e responsabile della didattica, che ha progettato il corso di Laurea in “Digital Arts” che conta 22 docenti e 26 materie con esami semestrali e stage in grandi aziende. Tra le materie erogate: marketing, animazione 3D, programmazione, sceneggiatura, regia. L’iscrizione è a numero chiuso.
Il progetto ha avuto grande risonanza e ha attirato l’interesse di molte persone, anche se le amministrazioni locali non sembrano avergli dato la giusta attenzione. Ma Don Patrizio non sembra particolarmente preoccupato: il suo principale obiettivo riguarda i giovani e tutte le sue energie sono rivolte a loro. Pare, tra l’altro, che abbia altre idee in cantiere: proseguire con i due anni di specializzazione e i dottorati, e dare vita ad un altro progetto dal nome “Il Catechismo della Chiesa Cattolica in videogiochi” con l’obiettivo di far dialogare sempre di più chiesa e giovani.
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