Due importanti studi pubblicati in contemporanea sulla celebre rivista americana di medicina affermano che una tazzina di caffè al giorno diminuisce il rischio di mortalità.
Chi consuma una tazza di caffè (da 235 mL, parliamo di quantità americane dato che la nostra tazzina è intorno ai 40 mL) al giorno ha un rischio inferiore del 12% di morte da disturbi cardiaci, cancro, ictus, diabete, problemi respiratori e renali rispetto a chi non lo beve. Chi consuma tre o più tazze poi ha un rischio di mortalità più basso del 18% addirittura.
Sono questi i risultati di due importanti studi pubblicati in contemporanea sulla celebre rivista americana Annals of Internal Medicine. La prima ricerca è stata effettuata su grande scala (520 mila tester) da 48 ricercatori da tutto il mondo coordinati da Marc Gunter dell’International Agency for Research on Cancer. Il secondo studio procaffè ha avuto come principale autrice invece Wendy Setiawan della University of Southern Califonia.
I principali benefici riportati dalle ricerche sono stati quelli relativi all’apparato digerente. Più del 30% delle cause di morte per malattie del tratto digestivo considerate nello studio riguarda infatti il fegato: chi consuma caffè ha un migliore profilo enzimatico dell’organo. Inoltre il consumo di caffè è associato anche ad un migliore controllo degli zuccheri ed un più basso tasso di infiammazione nell’organismo (effetto dovuto a dei valori inferiori della proteina C reattiva). Questo spiegherebbe perché i bevitori di caffè hanno un rischio di morte inferiore.
Tutti coloro che lo prendono decaffeinato però non devo disperare, non essendo la caffeina alla radice di questo presunto “effetto lunga vita” del caffè: “L’associazione tra caffè e ridotto rischio di morte è stata riscontrata indipendentemente dalla presenza di caffeina nel caffè consumato. Ipotizziamo quindi che siano le altre sostanze contenute nel caffè ad avere l’effetto salutare” , ha puntualizzato Gunter.