In data 20 giugno il governo nazionale ha approvato un importante provvedimento, noto come “decreto Sud”, con importanti novità concernenti i finanziamenti e le risorse economiche da destinare agli atenei italiani, sia in merito agli anni precedenti, sia per il prossimo anno accademico.
Come spiegato personalmente dal ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, l’argomento principale del provvedimento è l’assegnazione delle risorse statali da destinare alle università italiane per l’anno 2017, prevista a breve, data l’ufficialità del decreto. Tuttavia, altro aspetto da non sottovalutare è la conferma del mantenimento delle risorse ricevute dagli atenei nell’ultimo triennio 2014 – 2016, considerando che molti di essi avevano approvato, tramite le stesse, i propri bilanci.
Si sbloccano fondi economici quindi di fondamentale importanza, a partire dal prossimo anno accademico, nel quale dovrebbe essere garantita, in linea con lo stesso decreto, anche la “No Tax Area”, importante agevolazione per gli studenti provenienti da famiglie con reddito ISEE inferiore a 13.000 euro che consentirà loro – da settembre 2017 – di non pagare le tasse per l’iscrizione universitaria.
C’è ottimismo e soddisfazione per l’approvazione della norma, a partire dai vertici nazionali fino ai rettori dei singoli atenei, considerando che fino al mese scorso la Corte costituzionale aveva più volte respinto il provvedimento; il motivo? I criteri adottati per la ripartizione del “costo standard” non seguivano i corretti procedimenti legislativi. Tuttavia, stando così le cose, gli atenei possono tirare un sospiro di sollievo ed iniziare la pianificazione delle proprie attività per gli anni successivi con maggiore tranquillità e qualche certezza in più all’orizzonte.
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