Riaperto da meno di un mese agli studenti, è già stato danneggiato il Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini. Il Dipartimento di Scienze umanistiche ha deciso di intervenire, applicando un regolamento.
Rispetto per il patrimonio artistico e consapevolezza forse sono ancora due elementi che mancano nella formazione dei giovani. A dimostrazione di ciò il Chiostro di Ponente, riaperto da meno di un mese per gli studenti, è stato danneggiato e sporcato.
All’interno, sono state ritrovate cartacce e cicche di sigarette, nonostante la presenza di cestini e posaceneri. Qualcuno ha anche deciso di imbrattare le colonne e le panche con scritte che, anche se fatte a matita, denotano la totale mancanza di interesse nei confronti del patrimonio culturale di Catania. Per evitare che il Monastero venga ulteriormente danneggiato, l’Ateneo ha deciso, in seguito a una riunione e di comune accordo con i rappresentanti degli studenti, di renderlo accessibile ai ragazzi in una ben determinata fascia oraria e solo sotto il controllo dei vigilantes, che si occupano del plesso.
“Il Chiostro di Ponente sarà accessibile dalle 15 alle 17. – ha spiegato la prof.ssa Santagati, intervistata da LiveUniCT – Abbiamo stabilito che questa era l’unica alternativa possibile in questo momento, poi si vedrà. Se le cose andranno bene, potremmo anche pensare in futuro di allargare il numero di ore. Ovviamente metteremo un cartello o più cartelli che invitano le persone al rispetto dei luoghi, in maniera che la gente legga che non deve scrivere sui muri. Sono cose ovvie, ma non per tutti”.
Riaperto meno di un mese fa, il Chiostro era stato inaugurato a fine marzo in occasione della rimessa in funzione della fontana e dell’applicazione di un’Orangerie, come aveva progettato agli inizi l’architetto De Carlo.
Tuttavia, per essere precisi, nessuno tra gli studenti è stato colto in flagrante mentre sporcava l’area, ma alcune scritte non possono che essere ricondotte a un’utenza di giovanissimi e di universitari.
Eppure gli studenti avevano tanto desiderato di poter frequentare liberamente il Chiostro di Ponente. Non a caso, pochi giorni dopo l’apertura, in tanti avevano immortalato l’area in uno scatto e l’avevano postato sui social. Lo stupore diventa doppio, se si considera che il Monastero è stato classificato come una delle sedi universitarie più belle d’Italia e ciò rappresenta una verità innegabile per chiunque frequenti il Monastero dei Benedettini.
Ma non è la prima volta che il Monastero viene imbrattato o deturpato. Qualche anno fa, i parenti di una laureanda l’hanno danneggiato, spaccando una bottiglia di spumante contro una delle sue colonne. E, ancora, come dimenticare le frasi che imbrattavano il Ponte dei Benedettini? Ripulito lo scorso anno dagli studenti, il Ponte purtroppo presenta già qualche scritta nuova di zecca. Il Monastero è un luogo che appartiene a tutti, ma forse non se ne ha ancora abbastanza consapevolezza.
“Ci sono modelli educativi che non hanno avuto molto successo. – spiega a LiveUniCT Claudia Cantale, responsabile alla Comunicazione di Officine culturali – Bisognerebbe applicare delle regole di partecipazione: gli studenti dovrebbero far qualcosa all’interno del Monastero per rendersi conto che quello spazio gli appartiene. Solo così potranno trasmettere a quelli che arriveranno dopo che quello è un luogo comune e che va rispettato. È difatti un’eccezione rispetto a tutte le sedi universitarie, perché comunque si è fortunati ad essere studenti ai Benedettini, entri in una dimensione storica. Ce la invidiano tutti perché, anche se non funziona alla perfezione, è comunque un posto molto amato”.
“Deve essere acquisita la buona educazione e il rispetto dei luoghi, – ha concluso la prof.ssa Santagati – perché ci dobbiamo ricordare che stiamo parlando di un sito UNESCO. Esiste l’educazione al patrimonio, che non tutti hanno avuto in modo adeguato”.
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