Si sviluppa nell’ambito di “Unesco Edu” la nuova iniziativa, rivolta a due scuole del Catanese, per promuovere la cultura e la salvaguardia dell’Etna, il vulcano più alto e conosciuto d’Europa.
Tutto scorre alle sue pendici, la vita si snoda sotto il suo sguardo vigile, la quotidianità prende il via ogni giorno ai piedi del Vulcano più amato e ammirato d’Europa. Per ogni catanese che si rispetti, la cara “madre”Etna rappresenta molto di più che un semplice monte di origine vulcanica ancora in attività: è la storia, è la cultura, è il dna, il sostrato autentico della città di Catania e dei suoi abitanti. Perché non portare, quindi, lo studio dell’Etna anche sui banchi di scuola? Nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Unesco Edu”, rivolto ai giovani studenti italiani, vede così la luce il progetto “Una scuola sperimentale sull’Etna”, il quale riguarderà inizialmente soltanto due scuole del Catanese e che avrà l’intento di promuovere la bellezza, il valore storico, culturale ed emotivo, nonché il patrimonio naturalistico del Vulcano.
Gli allievi dei due istituti avranno pertanto l’occasione di scoprire da vicino e studiare le caratteristiche paesaggistiche e culturali del Vulcano, divenendo a loro volta promotori e divulgatori della sua bellezza e fondamentale rilevanza per il territorio e portando alta la bandiera della tutela e salvaguardia di questo inestimabile bene. Il percorso si articolerà in tre tappe: alle lezioni in aula seguiranno, infatti, delle visite guidate ed escursioni, concludendo, infine, con delle attività laboratoriali. Se le prime due fasi saranno strutturate in maniera omogenea per entrambi gli indirizzi, la terza avrà, al contrario, un’organizzazione mirata ai diversi percorsi di studio degli istituti, così da permettere ai partecipanti di elaborare grafici, elaborati testuali, riproduzioni tridimensionali e contenuti multimediali in base alle rispettive competenze. In tal maniera si cercherà rendere gli studenti dei veri e propri “custodi dell’Etna, ostacolando l’indifferenza, nemica del patrimonio culturale, naturalistico, storico del territorio”, come sottolineato da Paolo Patané, direttore del Coordinamento dei Comuni Unesco regionali. Grazie all’iniziativa si pone anche il concreto obiettivo di bonificare e valorizzare strutture storiche, decisive alla fruizione del sito, come la stazione circumetnea di Linguaglossa, oggetto di analisi da parte degli studenti che avranno il compito di immaginarne un futuro in cui essa possa diventare la porta d’accesso all’Etna.
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