L’Alternanza scuola–lavoro è un modello di apprendimento che permette ai ragazzi della scuola secondaria superiore di svolgere il proprio percorso di istruzione realizzando una parte della formazione presso un’Impresa o un Ente del territorio. Essa costituisce una vera e propria combinazione di preparazione scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro. Tuttavia, per molti ragazzi, la realtà scuola-lavoro si sta trasformando in un vero e proprio sfruttamento.
Ad affrontare diversi problemi sono soprattutto i licei che non fanno riferimento a specifiche realtà lavorative professionali. Mentre gli istituti tecnici e professionali, essendo già specializzanti, riescono a rapportarsi in maniera più diretta con le imprese e godono di una maggiore esperienza in quanto per quasi un ventennio hanno portato avanti la cosiddetta Terza Area.
Sfortunatamente, dalle ultime vicende emerse, quello che viene fuori è lontano da ciò che possiamo definire formativo. Stando alle dichiarazioni de La Repubblica di Palermo, in Sicilia, un certo numero di ragazzi ha denunciato il loro essersi ritrovati a fare i camerieri, i gelatai, di servire hamburger ai tavoli e allevare cozze. Addirittura c’è chi lavora per una nota casa di moda in attesa di essere rimpiazzato con lavoratori più all’altezza del loro compito.
Si potrebbero fare diversi esempi entrando nel personale attraverso varie testimonianze. ma purtroppo non si parla di casi isolati. L’Unione degli Studenti sta elaborando un vero e proprio dossier sull’alternanza scuola-lavoro da presentare dopo Pasqua all’Ufficio scolastico regionale della Puglia. L’obiettivo degli studenti è arrivare a elaborare una proposta di legge regionale. Anief, l’associazione sindacale e professionale, condivide in pieno l’iniziativa degli studenti ma, giustamente, reputa fondamentale che la legge di tutela dei diritti degli studenti e delle studentesse venga approvata a livello nazionale. Il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha assicurato l’introduzione di un nuovo soggetto che fungerà da controllore-verificatore esterno sulle esperienze di formazione in azienda o a contatto con esperti del mondo del lavoro e che a breve arriverà la “carta dei diritti degli studenti e delle studentesse in alternanza”. Un’altra novità riguarda il numero minimo di ore da svolgere in azienda: negli istituti tecnici e professionali sono diventate 400, mentre nei licei si svolgeranno 200 ore di attività nel triennio finale. Ma i problemi persistono e possiamo notarli anche dal fatto che nuovi stage e formazione in azienda sono partiti, ormai da oltre un anno e mezzo, senza però avere mai visto la pubblicazione del decreto sui diritti e doveri previsti dalla Legge 107/15.
Inoltre, la delega sulle “norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”, Atto n. 384, prevede che dal 2018 l’andamento degli stage aziendali sarà oggetto di valutazione ai fini dell’ammissione dell’Esame di Stato.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sottolinea l’importanza dell’approvazione immediata del decreto contenente il Regolamento sui diritti e doveri degli studenti impegnati in azienda poiché, senza quel regolamento-base nazionale, gli studenti rimangono esposti non solo a fenomeni di mancata formazione ma anche e soprattutto di sfruttamento.
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