Sono due le giornate che Catania dedica alla memoria delle vittime di mafia. Eventi e cortei movimenteranno diverse zone della città. Iniziative anche ai Benedettini.
“Istituzioni e Società civile devono essere uniti nel combattere la mafia, se vogliono sconfiggerla“, sono le parole del sindaco di Catania Enzo Bianco che descrive in questo modo lo scopo delle manifestazioni in vista della ventiduesima “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, promossa da Libera e Avviso Pubblico.
L’appuntamento è per il 21 marzo, data in cui Libera promuove una serie di iniziative in tutta Italia. L’evento focale si svolgerà a Locri, mentre nell’aula consiliare del Comune di Catania, intitolata a Falcone e Borsellino, assessori e consiglieri comunali leggeranno, nel corso della seduta, i nomi delle vittime della mafia. “Un gesto simbolico – ha detto Bianco – per spezzare la cultura dell’indifferenza. Occorre infatti rompere il silenzio, ricordare, schierarsi apertamente al fianco di chi si batte contro la mafia, dalle Forze dell’Ordine, alla Magistratura, alla Società civile”.
Il secondo appuntamento è fissato invece per il 24 marzo. Come ricorda D’Agata, la “Giornata Cittadina della memoria e dell’impegno”, organizzata ancora una volta in collaborazione con Libera, è stata promossa fin dal 2004 per mezzo di una delibera della giunta Bianco. La mattina un corteo attraverserà il centro storico con tre soste, in altrettante piazze, per parlare di buone prassi ed esempi positivi per la legalità, a cominciare dalle nuove regole per la festa di Sant’Agata. Nel pomeriggio, poi, nel Teatro Sangiorgi, l’Orchestra “Musica Insieme a Librino”, formata da bambini di quel quartiere, terrà un concerto in cui alla musica si alterneranno letture di brani da parte dei familiari delle vittime innocenti delle mafie.
Sempre il 24, alle 16:30, presso il Monastero dei Benedettini verrà proiettato il film “La siciliana ribelle” di Marco Amenta. Il film è ispirato alla tragica storia di Rita Atria, figlia di un boss mafioso ammazzato nei primi anni ’80. La ragazza fu testimone dell’omicidio del padre ed in seguito anche di quello del fratello. Eventi che portarono Rita a collaborare con il giudice Paolo Borsellino con il quale costruì un rapporto intenso finché per lei diventò al pari di un secondo padre. La proiezione si inserisce all’interno del laboratorio “Donne e mafia”, proposto agli studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche durante il presente anno accademico. Laboratorio che si concluderà con l’appuntamento del 3 Aprile alle 16. Nell’Auditorium del Monastero, gli studenti incontreranno Maria Teresa Ciancio (presidente, Fondazione Fava), Giovanna Crivelli (responsabile Unione Donne d’Italia), Antonio Fisichella (Fondazione Giuseppe Fava), Adriana Laudani (UDI), Pina Palella (Cgil).
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