Responsabile di diversi progetti finanziati dall’Unione europea, Enrico Foti è professore ordinario di Idraulica e direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Catania. Intervistato da LiveUniCT, Foti ha parlato della sua candidatura e delle iniziative che vorrebbe realizzare in qualità di rettore.
Ovviamente l’amministrazione Pignataro ha fatto tantissime cose, alcune le ho condivise, altre meno. È chiaro che se io venissi eletto, mi piacerebbe dare un’impronta personale al mio mandato. Vorrei realizzare un’organizzazione autonoma che guardi avanti, piuttosto che a quanto fatto dalle altre amministrazioni, sia di Pignataro che di quelle precedenti.
I percorsi formativi devono essere caratterizzati da un maggiore collegamento con la città, tant’è che già da domani sto predisponendo un incontro con le parti sociali e con il territorio per la presentazione del mio programma: la città e l’università devono camminare assieme. Le iniziative sono tante, come la carta dello studente per rendere il periodo universitario quanto più facile e divertente possibile; fermo restando che devono essere organizzate strutture adeguate per l’accoglienza dei ragazzi, ma anche più borse di studio. Noi abbiamo un elevato indice di idonei non beneficiari, quindi anche lì dobbiamo lavorare col territorio, con la politica e con la Regione.
Secondo me occorre mantenere la centralità del dipartimento, però bisogna rivedere quelli che sono i compiti del dipartimento e i compiti dell’amministrazione centrale. Non sto parlando di personale, ma di compiti. Il personale che è stato affidato ai dipartimenti deve rimanere ai dipartimenti, mentre quello della centrale deve rimanere alla centrale, però ci vuole una rinnovata ed efficiente ripartizione delle competenze e anche un’adeguata formazione del personale per i nuovi compiti che dovrebbero essere assegnati.
Il numero chiuso è nazionale, non si può fare nulla. Il numero programmato locale credo debba essere sostanzialmente eliminato, a tappeto, a meno che non ci siano grosse limitazioni legate alla capacità di offerta di docenza. Bisogna valutare in quali corsi toglierlo, mi piacerebbe toglierlo in Scienze e tecniche psicologiche per avere un’accoglienza di più di 1000 potenziali studenti, ma non lo possiamo fare perché non abbiamo la capacità di docenza adeguata.
La cosa più urgente è dare seguito a tutte le azioni amministrative del mio predecessore, bisogna mettere in moto la macchina per dare serenità e mediatezza.
La centralità dello studente e il fatto che questa centralità dello studente è vista in un’ottica innovativa e di revisione, con uno sguardo al futuro, mentre i miei competitors mettono al centro uno la ricerca e l’altro la didattica.
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