Chi è nato negli anni ’90 sicuramente ha vissuto l’emozione dello squillo al cellulare che celava dietro quella suoneria monofonica chissà quali pensieri. Lo si utilizzava per far capire al destinatario che lo stavamo pensando, che volevamo augurargli la buona notte, il buon giorno. Insomma, lo squillo era privo di parole e carico di sentimenti.
In seguito, si è ampliato l’uso di messaggi, da inviare al costo di pochi centesimi, quindi non gratuitamente come si faceva con gli squilli. Da quel momento le compagnie telefoniche più in voga hanno ideato strategie di marketing che invitavano a mandare sempre più sms (short message service), proponendo promozioni con ricariche automatiche per un numero elevato di messaggi ricevuti oppure inviati.
Chi invece è nato a partire dal 2000, individuato oggi come digital native, ha vissuto una rivoluzione informatica. L’invenzione di applicazioni di messaggistica istantanea ha cambiato tutto: gli sms sono andati diminuendo sempre di più. Sono davvero in pochi ormai ad utilizzare gli sms per comunicare, anche se va comunque ricordato che oggi le compagnie di telefonia mobile mettono a disposizione quantità enormi di sms da inviare gratuitamente, se si è sottoscritto un abbonamento oppure un contratto per l’acquisto di uno smartphone, per esempio. La questione riguarda proprio l’invenzione dello smartphone, che sia esso un “melafonino” o un prodotto android, perché tutti questi dispositivi sono dotati di una connessione dati che facilita l’utilizzo di applicazioni come WhatsApp o Messenger per comunicare in tempo reale servendosi della propria connessione internet, da casa e ufficio tramite wi-fi oppure fuori.
Esistono altre applicazioni con le medesime funzioni, come Telegram, Hangout, Wechat e altre ancora, la maggior parte scaricabile gratuitamente direttamente dal PlayStore o dall’AppStore. I numeri riportati da AgCome si commentano da soli. Il traffico sms nel 2016 si è ridotto del 27,7% rispetto al 2015, toccando 17,8 miliardi di messaggi e portando il passivo a -75% rispetto al livello massimo raggiunto nel 2012 (72,2 miliardi di sms). Certamente la grafica, la possibilità di inviare emoticons che esprimono stati d’animo, video, foto e altri elementi multimediali ha contribuito fortemente ad una vera e propria sostituzione del vecchio messaggio con le nuovissime app. Per quanto riguarda le linee mobili Telecom Italia mantiene e si tiene stretto il posto di leader di mercato con quota del 30,3%, seguita da Vodafone con 29,2% 3 Wind con 22,4%.