La corretta nutrizione nei giovani è un fattore molto importante per la loro crescita e sviluppo. Tuttavia, non sempre l’alimentazione viene vissuta in maniera serena, soprattutto in età adolescenziale. Molte volte, infatti, il rapporto con il cibo può diventare una vera e propria ossessione, dietro la quale si nascondono patologie ben precise, i disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Al giorno d’oggi si parla fin troppo spesso di cibo, diete miracolose per corpi perfetti, palestre, cura estrema del corpo e quant’altro. I media ci investono ogni giorno di immagini e filmati che mandano l’idea della perfezione estetica e della magrezza eccessiva. Tuttavia, si dice davvero poco sui disturbi del comportamento alimentare o, qualora se ne parli, non si entra mai nel cuore del problema, lasciando che l’opinione comune continui ad associare il disturbo ai modelli di magrezza lanciati dai media.
Ovviamente, questi possono influire ad alimentare il problema in un soggetto già predisposto alla malattia: infatti i DCA sono vere e proprie patologie, che possono essere diagnosticate attraverso il consulto di psicologi, psicoterapeuti e psichiatri.
Sono classificati come DCA: l’anoressia nervosa, innanzitutto, caratterizzata da privazione del cibo e conseguente dimagrimento; La bulimia nervosa, caratterizzata da un perverso circolo vizioso consistente in eccessivo ingurgito di cibo e comportamenti di compenso (non solo il vomito, ma anche il dedicarsi in modo eccessivo all’attività fisica) e il BED, ossia beinge eating disorder o alimentazione incontrollata.
Per capire meglio la questione, ecco le parole della biologa nutrizionista Maria Rita Ursino: “I disturbi del comportamento alimentare sono patologie a tutti gli effetti, le quali necessitano di una diagnosi psicologica o psichiatrica, realizzata attraverso paramentri ben definiti. Per esempio, nel caso più eclatante che colpisce l’immaginario comune, ossia l’anoressia nervosa – continua la nutrizionista – alcune di queste caratteristiche sono: un indice di massa corporea (BMI) al di sotto del normopeso, nelle ragazze, amenorrea, ossia assenza del ciclo mestruale, da almeno 3-4 mesi, intensa paura di ingrassare e ossessione per tutto quello che riguarda cibo, calorie e nutrienti”.
Dunque, il disturbo alimentare non proviene dall’esterno del soggetto, ma lo investe proprio nel suo intimo, è qualcosa di davvero profondo. Per questo, scaricare tutta la colpa ai media, si rivelerebbe eccessivamente semplicistico e fuorviante. Infatti, è legato molto spesso ad un trauma infantile, ad una perdita, ad un senso di solitudine o d’inferiorità rispetto al gruppo sociale che circonda il soggetto. Proprio questo tipo di problematiche non permettono, tra le altre cose, al giovane disturbato da DCA, di integrarsi all’interno di un gruppo sociale, scolastico o universitario, come spiega la nutrizionista Maria Rita Ursino: “Chi è colpito da questo tipo di patologie, sia nell’eccessiva magrezza, che nell’opposto, nell’eccessiva obesità, tende all’isolamento sociale, investendo anche il problema dell’integrazione all’interno di un gruppo”.
Molte volte i DCA sono associati al bisogno del controllo: molti di questi giovani nascondono dietro l’ossessione per il cibo innumerevoli paure, come quella di sbagliare o fallire, la paura di non essere all’altezza di una situazione o di una persona, ansie eccessive di perfezionismo come modo per cercare l’amore e l’approvazione dagli altri. Essendo queste realtà sfuggenti al controllo dell’essere umano, il soggetto disturbato sposta tutto il proprio controllo su cibo, peso e corpo, facendo di questi tre punti il centro di tutta la propria vita e credendo così di avere tutto tranquillamente sotto controllo. In realtà, è proprio mentre si crede di avere l’illusione del controllo, che si perde invece il controllo della propria mente.
Ovviamente, uscire da queste patologie è possibile, ma è necessario che prima il soggetto ne prendi consapevolezza e accetti così l’aiuto congiunto di psicologo e nutrizionista. La biologa nutrizionista Maria Rita Ursino afferma a questo proposito: “Si può venir fuori da queste patologie, grazie al supporto psicologico e nutrizionale e alla riabilitazione medica presso centri specializzati nella cura dei DCA. Inoltre – continua la dottoressa – bisogna distinguere una serie di comportamenti non patologici, che di recente si stanno diffondendo come mode alimentari tra i giovanissimi. Queste possono essere comunque pericolose, perché tendono all’eliminazione di nutrienti essenziali per il corpo umano. Esempi sono forniti dalle diete vegane o iperproteiche, poco bilanciate nelle macromolecole che servono ogni giorno al nostro organismo.” La Nutrizionista Maria Ursino conclude inoltre con l’affermazione che sarebbe davvero opportuno “lavorare molto di più sulla corretta informazione e consulenza alimentare, soprattutto nell’età più delicata, com’è quella giovanile, onde evitare che i ragazzi s’informino in materia alimentare in modo errato sui social e su internet, provocando così gravi danni all’organismo”.
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