Il 23 febbraio 2016 è entrato in vigore il regolamento per le nuove classi di concorso, che permettono l’accesso all’abilitazione per l’insegnamento. Ciò ha apportato dei sostanziali cambiamenti, a partire dalla modifica dei requisiti per l’insegnamento nelle scuole.
Se ad esempio in precedenza era possibile insegnare nelle scuole primarie anche con una laurea in Lettere, da quest’anno per la scuola dell’infanzia e primaria è necessaria una laurea in scienze della formazione primaria oppure un diploma di scuola magistrale o psico-pedagogico conseguiti nell’anno 2001-2002; invece per le scuole secondarie di I e II grado è necessaria una laurea di vecchio ordinamento o una laurea magistrale di nuovo ordinamento.
Per quanto concerne le classi di concorso, il nuovo regolamento si distingue dal precedente per l’accorpamento di più classi che ne determina pertanto una sostanziale riduzione. A tale riduzione fa fronte tuttavia la creazione di nuove classi di concorso come la A-23 (Lingua italiana per discenti di lingua straniera), che favorirebbe l’interrelazione con gli extracomunitari.
Le nuove classi di concorso sono ripartite in due tabelle distinte: la TABELLA A e la TABELLA B. La prima individua le classi di concorso per la scuola secondaria di primo e secondo grado, i titoli necessari per l’accesso alle vie di abilitazione e indica anche le corrispondenze con le precedenti classi di concorso ancora visualizzabili sul sito del MIUR e risalenti all’anno 2005.
La TABELLA B invece individua le classi di concorso di insegnamento tecnico-pratico per la scuola secondaria di primo e secondo grado e i titoli necessari corrispondenti per accedere ai canali di abilitazione. Le modalità di informazione sono del tutto analoghe a quelle della TABELLA A.
Sarebbe dunque opportuno che lo studente abbia le idee chiare fin dall’inizio del suo percorso accademico: dovrebbe decidere il percorso formativo adeguato e la laurea che gli permetta di esercitare l’insegnamento da lui desiderato; dovrebbe poi calibrare il suo piano di studi non sulla base delle materie più semplici o più interessanti, ma sulla base di questa tabella: nella prima sezione è descritto il codice della nuova classe di concorso, confrontato con il precedente; le successive tre sezioni indicano i requisiti di accesso all’abilitazione, con un’indicazione precisa delle lauree del vecchio e nuovo ordinamento; nella sezione “note”, la più importante, lo studente potrà consultare con precisione tutte le materie che devono figurare nel piano di studi, i codici di riferimento e il numero di CFU che deve possedere; infine nella sezione “indirizzi di studi” è specificato in quali istituti si potrà insegnare quella determinata materia. Lo studente iscritto all’università potrà inoltre integrare il piano di studi con le materie extra-curriculari, che possono supplire all’eventuale mancanza di determinati codici; se non è più iscritto all’università, potrà comunque integrarlo acquistando i corsi singoli.
Infine bisognerebbe tener conto di un’ulteriore tabella, spesso citata nella TABELLA A nella sezione “note”: la TABELLA A/1, che rappresenta un utilissimo strumento per confrontare gli esami del vecchio ordinamento con i nuovi esami e per scoprire quali esami risultano omogenei a quelli indicati nella TABELLA A. È da considerare come base per le nuove classi di concorso, e difatti è stata pubblicata il 22 febbraio 2016.
Tuttavia al momento non c’è ancora chiarezza sul percorso di abilitazione: si attende ancora il bando del terzo ciclo del TFA, tirocinio formativo attivo, che fino ad ora è stata l’unica via di abilitazione, la cui pubblicazione è stata più volte rimandata ma sembrerebbe riferirsi all’ultimo ciclo del TFA:. Nel gennaio del 2017 potrebbe essere varata un’alternativa al TFA che consisterebbe in un tirocinio retribuito della durata di tre anni, al quale si accederebbe previo superamento di un concorso e che, se superato con esito positivo, permetterebbe l’acquisizione della cattedra.
Nell’attesa che si faccia chiarezza su queste informazioni, lo studente dovrebbe compilare con cura il piano di studi, avvalendosi delle tabelle esplicative e accertandosi di possedere o eventualmente integrare tutti i CFU necessari.
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