Con un avviso cartaceo affisso sulla porta. Così, la scorsa settimana, alcuni studenti dell’Università di Catania hanno scoperto che l’esame per cui si erano recati alla cittadella universitaria era stato rimandato. Abbiamo cercato di ironizzare sulla segnalazione ricevuta, ma non si tratta di una pratica inusuale nell’Ateneo catanese, dove in molti lamentano la poca organizzazione di docenti e del sistema esami.
Esami rimandati all’ultimo minuto, lunghe attese agli appelli e ritardi. Nell’Ateneo catanese si verificano spesso queste situazioni, creando disagi soprattutto a pendolari e fuori sede.
“È capitato di dover fare più viaggi per sostenere un esame. – spiega Giuseppe, studente di Ingegneria – Non è una questione di disagio solo per i pendolari, anche noi fuori sede paghiamo il biglietto del bus per raggiungere Catania. Dopo aver superato lo scritto, ci presentiamo in circa trenta all’orale e, se possiamo, ci organizziamo. Ma almeno ci tocca fare due viaggi col bus per ogni esame. Inoltre capita spesso che il docente non possa registrare l’esame il giorno stesso, per cui ci tocca tornare. Ci lamentiamo, ma per noi studenti dell’Università di Catania questa è la normalità”.
E tra un viaggio e un altro, intanto i corridoi dei dipartimenti catanesi si riempiono di studenti in attesa di sostenere l’esame. Nonostante difatti esista un sistema di prenotazione, che potrebbe essere utilizzato dai docenti per organizzare i turni e dividere i ragazzi in vari giorni, gli studenti vanno in facoltà senza sapere quando verranno esaminati. Potrebbe essere oggi, potrebbe essere domani, ma l’attesa si fa lunga e stressante.
“Di solito quando un esame è stato rimandato l’ho saputo con molto preavviso – precisa Giuseppe, iscritto invece in Giurisprudenza – ma accade tutte le volte di andare il giorno dell’appello e non sapere quando sosterremo l’esame. A parte qualche caso (ma è abbastanza raro) in cui il professore fa i turni, per sostenere esami vai in aula ma non sai qual è il tuo turno, molto spesso non sai nemmeno qual è il criterio che adottano e quindi capita di restare tra i corridoi tutto il giorno o di dover tornare il giorno dopo”.
“Molto spesso mi capita di avere difficoltà con le date degli esami – ci ha confermato Roberta, che studia al Monastero dei Benedettini – I calendari non vengono pubblicati con molto preavviso e, quando ciò avviene, gli esami di molte materie cadono nello stesso giorno. In quel caso mi tocca dover chiedere ai docenti il prolungamento, sperando che me lo concedano. Ma sarebbe utile magari non concentrare la maggior parte degli esami dello stesso corso nei medesimi giorni”.
Anche gli studenti dell’Università di Palermo hanno lamentato la poca organizzazione del proprio Ateneo, denunciando problemi molto simili a quelli dei colleghi catanesi. Ma è un problema diffuso da Nord a Sud?
“Il calendario degli esami viene pubblicato un mese prima, in estate invece due mesi prima. – ci ha raccontato Emanuela, iscritta in Lingue orientali alla Ca’ Foscari di Venezia – Nel nostro caso, gli esami sono per lo più scritti, per cui si conosce già data e ora. Per i pochi esami orali, il docente pubblica le liste con nome, cognome, orario e aula per ogni persona. Il rischio di tornare l’indomani non c’è quasi mai, anche perché il voto ci arriva massimo 15 giorni dopo via mail e in quel momento devi accettare o rifiutare, tutto online. Dopo circa 7 giorni dall’uscita del voto (ma a volte anche di più, dipende dal prof) viene verbalizzato sul libretto nell’area riservata”.
E c’è chi si è laureato a Catania ed ha poi deciso di completare gli studi altrove, come Paola che ci spiega come funziona nei corsi di Bologna e ci confessa le sue impressioni.
“A Bologna quando un docente è costretto a rimandare un esame può inviare una mail a tutti gli studenti prenotati tramite Alma esami, un sistema con cui ci si prenota, si vedono i voti e si ricevono avvisi. A meno che il docente non si dimentichi di inviare la mail, la possibilità di avvisare gli studenti in tempo c’è.
Per gli esami, invece, quando studiavo a Catania, sapevo quando arrivavo all’appello e non sapevo quando potevo tornare a casa: sul Portale Unict non spuntava la mia posizione nella prenotazione. Spesso capitava che si compilava una lista cartacea il giorno stesso dell’esame, ma non è un sistema attendibile. Mi è capitato una volta di dover essere tra le prime a sostenere l’esame ma di essere in realtà esaminata la sera. In altri casi, il giorno dell’esame si presentavano così tante persone che occorreva dividersi in vari giorni”.
“A Bologna invece – continua – quando mi prenoto, so quando sarà il mio turno in base alla posizione, però se il docente vede che siamo in troppi ci divide lo stesso giorno e ci dice quando venire. Sicuramente c’è molta più organizzazione rispetto a Catania, almeno per come l’ho vissuta io. Non ci sono liste cartacee, ma soprattutto conoscere la propria posizione in lista è utile per organizzarsi. Ho notato una differenza organizzativa evidente. Avere un sistema di prenotazioni che funziona in maniera chiara e precisa aiuta. Anche psicologicamente… arrivare il giorno dell’esame e sapere quando sarà il mio turno aiuta a calmare i nervi. Non sapere quando si verrà chiamati e aspettare invece è fastidioso”.
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