Categorie: Attualità

Cinese o francese? Il ritorno di una lingua che vanta una tradizione secolare

Già alla scuola materna, i bambini sono educati e, in qualche modo, iniziati alla lingua inglese, la lingua più parlata in Europa. Alla specialistica, molti optano per lo spagnolo, l’arabo, il cinese, considerate lingue d’avanguardia. E il francese?

Il francese è solo la seconda lingua più parlata in Europa. E’ conosciuta in soli 51 paesi nel mondo. Questi numeri sono sufficienti a giustificarne l’importanza. Ma, volendo essere più dettagliati, dal punto di vista economico, la Francia è il secondo paese partner più importante per il nostro Paese. Tra cui i 100 gruppi imprenditoriali francesi presenti in Italia offrono 239 mila posti di lavoro. Dal punto di vista letterario, poi, italiano e francese sono due lingue che provengono dalla stessa matrice, il latino: stiamo insomma parlando di una parentela storica e culturale. Se diamo inoltre un’occhiata al vocabolario italiano, per non parlare di quello inglese, vanta miriadi di parole ereditate dal francese.

Può sembrare dunque una lingua antica, poco moderna, quella che studiavano i nostri genitori e i nostri nonni a scuola, quella scelta “sbagliata” se comparata con la possibilità di scegliere l’inglese. Eppure un tempo il francese era la lingua internazionale per eccellenza, elegante, raffinata, moderna: da quando l’occhio del mirino è stato puntato dal lato anglo-americano, è stata messa in atto una vera e propria trasformazione politica, economica, sociale e culturale. Eppure restiamo tutti ammaliati da una parigina che intona il suo accento, che sfoggia la sua lingua come il più elegante dei vestiti a lei possibili.

Ma la risposta più opportuna è quella degli economisti delle lingue che sostengono che sia più redditizio per un italiano investire sul francese (o sul tedesco) che non sull’inglese perché si parla di “conoscenze più rare e remunerate“.

Maria Eleonora Palma

Autore - Sono nata il lontano 24 Novembre del 1993 a Vittoria, una piccola città in provincia di Ragusa. Mi divido tra Catania, dove frequento il primo anno della facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche, e la mia città natale che amo tanto e a cui sono legati ricordi, amicizie e impegni vari. Sono una persona piuttosto socievole e accogliente, amo fare nuove esperienze (per questo piuttosto spesso mi ritrovo in situazioni buffe e stravaganti, comunque… sorvoliamo la faccenda!). Mi piace molto scrivere, leggere libri di tutti i generi e sono da ormai 4 anni educatrice in ACR (Azione Cattolica Ragazzi). I bambini sono il mio piccolo laboratorio: mi piacerebbe in futuro lavorare con loro, e grazie a questa opportunità ho scoperto pian piano che i bambini non sono dei piccoli “mostriciattoli capricciosi”, anzi un continente di emozioni, pensieri e comportamenti da scoprire. E’ molto bello e gratificante lavorare e avere a che fare con loro, spesso sono più sensibile e profondi degli adulti. Mi piacciono gli animali, anche se per ragioni di spazio, non ne tengo alcuno a casa. L’ultimo libro che ho letto è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, uno dei miei libri preferiti, riletto più volte, questa è la terza, e credo uno dei testi meglio riusciti sull’autismo infantile. Non appena riuscirò a ritagliarmi un po’ di tempo, vorrei iniziare un corso di fotografia. Quello che mi manca è la Reflex, ma questo non è un problema.

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Maria Eleonora Palma

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