La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) colpisce dal 5 al 10 % delle donne in un’età compresa tra i 18 e 44 anni di età e comprende una vasta e complicata sintomatologia ancora oggetto di studi e ricerche.
La sindrome infatti sembra coinvolgere ipotalamo, ipofisi, surrene, tessuto adiposo periferico, determinando cosi iperandrogenismo, obesità, disordini del ciclo mestruale, alterazioni metaboliche, con implicazioni quindi sulla salute e sulla riproduzione.
Nella PCOS le ovaie si presentano ingrandite e micropolicistiche, infatti, mentre nell’ovaio sano il follicolo giunto a maturazione viene espulso con l’ovulazione, nell’ovaio policistico il follicolo non completa lo sviluppo, si ha assenza di ovulazione e si formano le cisti. Nonostante gli esami necessari a diagnosticare la PCOS siano abbastanza comuni, si ricorre infatti ad anamnesi famigliare e dosaggio ormonale, la sindrome dell’ovaio policistico resta di difficile diagnosi perché non tutte le donne che hanno l’ovaio policistico manifestano i sintomi, o viceversa, non sempre i sintomi sono accompagnati dalla presenza di cisti nell’ovaio.
Alla base dei sintomi vi è un aumento del livello di androgeni che porta ad amenorrea, dismenorrea, irsutismo (nel 70 % dei casi), acne, oligoamenorrea, cicli anovolutori. Inoltre recenti e interessanti studi hanno dimostrato che spesso la sindrome dell’ovaio policistico è correlata ad insulino resistenza, sindrome metabolica, diabete, obesità, problemi cardiovascolari, sindrome delle apnee ostruttive del sonno; questo perché alla base dei due disturbi pare essere implicata l’alterazione di un gene responsabili dell’iperandrogenismo e della sensibilità del recettore all’insulina.
La PCOS è trattata principalmente con pillola anticoncenzionale, spesso accoppiata con antiandrogeni, proprio per scongiurare gravidanze durante la terapia essendo questi farmaci dannosi per il feto. Alcuni esperti suggeriscono anche l’utilizzo di farmaci che aumentano la risposta dell’insulina e che permettono di regolare il ciclo. È molto importante inoltre provvedere al giusto apporto di inositolo, presente in natura come mio-inositolo in molti alimenti come noci, cereali, arance e carni. Questo promuove una corretta ovulazione, riduce la quantità di ormoni maschili e l’irsutismo, migliora la pressione sanguigna e controlla il livello di trigliceridi circolanti. È infine importante mantenere uno stile di vita sano ed in particolare praticare attività fisica, contribuendo cosi a ripristinare l’ovulazione.
Purtroppo la maggior parte delle donne arriva alla diagnosi della sindrome dell’ovaio policistico solo dopo tentativi falliti di gravidanza dovuti alla mancata ovulazione; è importante quindi non trascurare i piccoli segnali e rivolgersi sempre al ginecologo di fiducia.
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