Si tratta di un significativo ‘tesoro’ custodito dalle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero di Catania, dirette dalla dottoressa Rita Angela Carbonaro, costituisce certamente un evento.
Il capolavoro miniato che, secondo le indagini paleografiche e codicologiche, risale al XIII-XIV sec è stato infatti finora esposto solo in tre occasioni (Roma 1954, Bruxelles 1965 e Catania 1999). Nel corso della mattinata di sabato 19 marzo, i cittadini catanesi potranno ammirare da vicino, nella splendida sala Vaccarini delle Biblioteche, appena restaurata, la Bibbia latina del Cavallini, che ora sarà anche consultabile su supporto multimediale nella versione digitalizzata realizzata dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr nell’ambito del progetto “Science & Technology Digital Library”.
Il codice in folio, consta di 440 carte (Vecchio e Nuovo Testamento, con le Epistole a Prologhi di San Girolamo) disposte su due colonne di 56 linee, di accurata scrittura gotica, con titoli rubricati e decorata con iniziali istoriate e con fregi marginali costituiti da steli che fanno da cornice al racconto biblico, adorno da figurine umane e grottesche, spesso racchiuse in medaglioni. Le lettere istoriate sono iscritte in pannelli azzurri o aurei, spesso scompartiti in rombi rossi e azzurri, entro i quali sono iscritte crocette bianche.
La Bibbia fu acquistata tra il 1740 e il 1750 per arricchire l’imponente biblioteca dei monaci benedettini del Monastero di San Nicolò l’Arena di Catania. Grazie all’altissima risoluzione delle immagini acquisite con lo scanner planetario SupraScan™ Quartz A1, il capolavoro di Cavallini potrà finalmente essere consultato e apprezzato in tutti i suoi dettagli da studiosi e da semplici curiosi, che riusciranno ad ammirarne tutto l’apparato decorativo, l’esaltazione del colore, la suggestiva alternanza di luce e ombre e i passaggi tonali. Attraverso l’impiego delle tecnologie più sofisticate, infatti, l’Ibam-Cnr di Catania, diretto da Daniele Malfitana, in collaborazione con le Biblioteche riunite e con alcuni studiosi del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Ateneo, sta offrendo – grazie alla digitalizzazione del prestigioso patrimonio librario, manoscritto e iconografico ivi custodito – un apporto straordinario alla libera fruizione di tesori rari e preziosi, finora noti soltanto a pochi specialisti, che saranno presto messi a disposizione di un vasto pubblico.
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