E’ successo tutto in una scuola italiana, eppure sembrerebbe che i ragazzi che si sono allontanati dall’aula non erano tutti musulmani.
Lunedì, durante il minuto di silenzio per le vittime degli attentati terroristici di Parigi, alcuni studenti di Varese hanno abbandonato l’aula. La notizia è stata resa subito nota da La Prealpina e riguarda delle studentesse dell’Istituto tecnico commerciale Daverio.
Nel momento in cui la notizia si è diffusa l’opinione pubblica ha subito mostrato il disappunto verso questa scelta, a questo si sono aggiunti i commenti, su Twitter, di Salvini e Gasparri. Il sindaco della città, Fontana Attilio, ha commentato il gesto dei ragazzi definendolo “preoccupante” e aggiungendo che così facendo hanno dimostrato di schierarsi dalla parte dei terroristi.
La Preside, Nicoletta Pizzato, ha ribadito che: “Nella scelta dei ragazzi non c’era alcun intento polemico”, aggiungendo che “Non si è trattato solo di ragazze marocchine, ma di studenti di diverse nazionalità e di varie fedi religiose. Il loro gesto è nato da una richiesta di chiarimento rivolta ai docenti sui criteri con cui si decide per chi osservare il minuto di silenzio. Si sono domandati perché, per esempio, per le vittime dell’aereo russo non si sia fatto lo stesso”.
La decisione presa dai ragazzi è stata giustificata alla testa che aveva riportato la notizia con le seguenti parole: “Nessuna vicinanza con i terroristi dell’Isis, ma anzi lo sdegno verso il trattamento diverso riservato alle vittime di Parigi rispetto a quelle delle numerose stragi in giro per il mondo. Siamo usciti dall’aula perché non abbiamo capito come mai si deve esprimere solidarietà solo alle vittime di Parigi e non a quelli che muoiono in tutti gli attentati in altre parti del mondo”.
Nonostante la giustificazione data dagli studenti e dalla Preside il Sindaco ribatte che “Quella della preside mi sembra una pseudo-giustificazione nata da una mente malata, un tentativo di arrampicarsi sui vetri. Mi sembra evidente che l’episodio dell’aereo e quello degli attentati di Parigi siano molto diversi. Dal mio punto di vista è molto preoccupante che dei ragazzi si siano comportati in questo modo, schierandosi di fatto dalla parte dei terroristi. Non credo che sia tutta farina del loro sacco e questo dovrebbe spingerci a interrogarci sulle loro famiglie e sul tipo di ambienti che frequentano. Il loro atteggiamento travalica ogni altra considerazione”.
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