Sono passati più di dieci anni da quel giorno, ma ricordo perfettamente il mio primo giorno di scuola, primo giorno di liceo con le ansie, le aspettative, la “magia” che si viveva durante le lezioni. E ricordo molto bene anche il momento in cui presi in mano, per la prima volta, i libri di latino e greco.
Ma ricordo molto bene anche l’ultimo giorno di scuola ed il momento in cui ho chiuso i famosi libri nella libreria di casa. Erano stati compagni fidati e amati per lunghi anni, ma adesso che ne sarebbe stato? La magia di cinque anni prima, in quell’istante, era svanita.
Cosa avrei fatto da adesso in poi proprio non lo sapevo.
Uscire dal liceo classico non è facile; non per tutti. Siamo portati a pensare che una formazione umanistica non calzi sempre a pennello con le richieste del mondo del lavoro, ergo… molti dubbi posso essere considerati più che leciti.
Ma non tutti la pensano cosi. E uno di loro è Adriano Farano.
Adriano, 34 anni, una laurea in Scienze Politiche, ex giornalista (ha fondato a Strasburgo il giornale online CafeBabel.com, che ha redazioni in 35 città europee), è un italiano di successo in Silicon Valley. Arrivato in California dopo aver vinto una prestigiosa borsa di ricerca all’università di Stanford, ha creato Watchup, un’applicazione di video news, che ha raccolto 4,3 milioni di dollari da investitori giganti come Microsoft, Tribune Media e la stessa Stanford Univeristy.
«Studiare latino e greco non serve più? Gli eroi dell’antichità sono ancora i migliori maestri per chi vuole cambiare il mondo o make a dent in the universe, come diceva Steve Jobs» esordisce Farano, intervenendo da oltreoceano nel dibattito per la difesa della cultura umanistica. Per 5 buoni motivi.
Trovi lavoro nelle aziende più high-tech del mondo
«Per ogni ingegnere Adriano Olivetti era solito assumere un laureato in materie umanistiche. Olivetti e Steve Jobs non si sono mai incontrati ma la pensavano allo stesso modo: la creatività, motore della crescita economica, nasce dall’incontro tra sensibilità umanistica e genio scientifico. La mia applicazione Watchup ha una grande ambizione: rivoluzionare il modo di informarsi su dispositivi mobili e tablet. Il nostro investimento in tecnologia è grande ma nel mio ufficio a Palo Alto troneggia un poster dell’uomo vitruviano di Leonardo».
Dalla forma mentis alla open mindness
«La chiamavano forma mentis: uno stato mentale analitico ed elastico al tempo stesso. Nella grammatica latina e greca ogni parola ha un preciso posto nella frase, ma al tempo stesso può essere tradotta in almeno tre modi diversi. Per questo si parla di versione e non di traduzione. Come uno studente davanti a un testo antico, così oggi un giovane imprenditore deve sapersi adattare a nuove culture e nuovi linguaggi: giuridici, economici, tecnologici. Deve avere open mindness. Soprattutto quando, come me, passa dall’Italia, alla Francia, agli Usa».
Omero e Dante, maestri di storytelling
«Crescere tra Omero e Dante è ancora il miglior allenamento per padroneggiare l’arte del Keynote (PowerPoint per Mac). Grandi contenuti e brillanti idee rischiano di perdersi se non sono ben presentati. Che lo chiamino pure storytelling. Per me è ars oratoria. Per trovare investitori, nuovi partner o colleghi è fondamentale sapersi raccontare».
Ogni tecnologia che funziona mette l’uomo-utente al centro
«La cultura umanistica, figlia del Rinascimento, rimette l’uomo al centro della scoperta scientifica e intellettuale. Allo stesso modo, il processo di design di un prodotto in Silicon Valley — vera e propria Firenze del XXI secolo — è basato tutto su una tecnica che qui viene chiamata design thinking: prima di creare un’app, devi conoscere il tuo utente, i suoi bisogni, le sue passioni. Le tecnologie che vengono pensate in Silicon Valley finiscono per diventare universali perché qui, più che altrove, si pone l’utente al centro di tutto. Ed è questo metodo che abbiamo usato quando, con Watchup, abbiamo mirato a soddisfare un bisogno ancestrale: quello di informarsi, sfruttando il potere del videogiornalismo».
Ulisse e Medea ti danno la forza per credere nei sogni
«Antigone morì per ciò in cui credeva. Ulisse ha viaggiato una vita prima di tornare a casa perché imbevuto di curiositas. Medea ha scelto di sacrificarsi pur di lasciare un indelebile segno in chi l’aveva tradita. Eccoli gli eroi dell’antichità, trascinati da un pathos che li spingeva a perseguire i propri sogni, a qualunque costo. Per aspera ad astra. I miei maestri di vita sono stati loro. Leggendo le loro storie ho imparato a viaggiare, a inseguire i miei sogni, e a crederci fino in fondo. Nonostante le difficoltà. Cara Italia, non dimenticare il valore della cultura latina e greca. Non è mai stata così viva. E utile».
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