“Non mi interessa se è o non è gay, sono cavoli suoi – ha spiegato la donna – Lui stava dando a me uno schiaffo e io l’ho spinto. Nessuno gli ha messo le mani addosso”.
«Questo ragazzo – ha specificato la titolare in un’intervista su Telecolor – è venuto un giorno ad aiutare una persona che era ospitata nella mia struttura ed io gli avevo detto che ospiti non ne doveva portare; io sono sola e persone a casa mia non ne voglio».
Giuseppe Fiandaca ha invece continuato a confermare quanto denunciato:
“Stavo aiutando un mio amico che era ospite nel lido – ha spiegato Giuseppe Fiandaca – quando la titolare e la sorella hanno cominciato a minacciarmi e a gridarmi “puppo”. Io mi sono offeso e ho risposto dicendo che queste parole non le poteva dire. Ad un certo punto è arrivato anche il marito della sorella, che mi ha minacciato e mi ha dato uno schiaffo in un orecchio. Poi la proprietaria ha preso una scopa minacciando di darmela in testa e io sono dovuto scappare. Ho chiesto l’aiuto di tutti per far valere i nostri diritti”.
Per saperne di più leggi CATANIA – Cacciato da un lido perché gay, il racconto di Giuseppe.