Il Rapporto sulla Situazione Studentesca 2015 (consultabile qui), redatto dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, è lo strumento più importante per il massimo organo di rappresentanza studentesca che permette di fotografare la situazione del sistema universitario. Esso è il frutto di un lungo lavoro svolto negli ultimi due anni e che analizza, nello specifico, temi quali: il diritto allo studio, la didattica, l’internazionalizzazione, il rapporto con il mondo del lavoro, i dottorandi e la rappresentanza e che rivela un sistema universitario in forte crisi in diversi settori, sottolineando un comune denominatore fra di essi: la scarsità di risorse. Soprattutto in relazione con gli altri Paesi europei i fondi spesi per il nostro sistema universitario sono bassissimi, infatti, l’Italia è spesso negli ultimi posti delle varie statistiche.
Come si legge nella prefazione, il documento si differenzia da quelli precedenti poiché è molto più approfondito e sostanzioso, in quanto è stato prodotto da diverse commissioni e non solo da una, come invece accadeva negli anni passati scandagliando con precisione i vari settori e dedicando a ciascuno di essi un capitolo.
Diritto allo studio
È forse il tasto più dolente. Finanziamenti, borse di studio, posti letto, trasporti e servizi pessimi e una tassazione sempre più elevata che portano a un netto calo degli iscritti all’anno. La quota dei beneficiari di borsa sul totale degli iscritti all’università è bassissima rispetto agli altri Paesi europei. Inoltre, in Italia esiste la figura dell’idoneo non beneficiario, assente negli altri Paesi, che avrebbe diritto alla borsa ma che non ne può usufruire per la mancanza di fondi. Le residenze studentesche garantiscono una soluzione abitativa a una percentuale di studenti troppo bassa, situazione particolarmente critica nelle regioni meridionali. Mense, trasporti e biblioteche sono tutti punti critici, ma particolarmente grave è la questione della tassazione studentesca che negli ultimi anni è cresciuta in maniera esponenziale.
Didattica
Riduzione dell’offerta formativa, assunzione di docenti in base al bilancio e non alle reali esigenze didattiche, troppe riforme che hanno lasciato problematiche irrisolte. Tutto ciò si traduce in un calo del numero di laureati in Italia che è tra gli ultimi Paesi in Europa per quoto di popolazione in possesso di un titolo di istruzione terziaria.
Internazionalizzazione
Continuando su questa scia, non arricchendo l’offerta formativa e non garantendo un diritto allo studio decente, nonché un’adeguata burocrazia e una giusta informazione, il sistema universitario italiano rischia di diventare sempre meno concorrenziale e gli Atenei italiani rischiano di non essere così poi ambiti da tutti quegli studenti stranieri, europei ed extraeuropei, che, grazie al progetto Erasmus, arrivano nel nostro paese per studiare. Anche in questo caso, Paesi quali Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Finlandia hanno una migliore organizzazione rispetto all’Italia, su tutti i fronti. Infatti, spesso sono proprio gli studenti italiani a decidere di andare a studiare in altri Atenei europei.
Rapporto con il mondo del lavoro
Anche se i laureati presentano un tasso di occupazione più alto rispetto ai diplomati, le ultime analisi dei principali indicatori, relativi alla condizione occupazionale, mostrano che nell’ultimo anno si è registrato un ulteriore deterioramento delle performance occupazionali dei laureati. Il Consiglio, a tal proposito, suggerisce di intensificare gli scambi tra il mondo del lavoro e quello degli studenti tramite stage e tirocini che seguano norme chiare affinché questi servano veramente allo studente come risorsa formativa che lo inizi al mondo del lavoro.
Dottorandi
Migliore non è la situazione dei dottorandi. Dall’anno 2008 i bandi si sono ridotti tantissimo, soprattutto al Sud e ovviamente sono diminuite anche le borse di studio.
Rappresentanza
In questo senso il Consiglio si è espresso in maniera propositiva, ovvero ha avanzato alcune proposte come: introdurre una scadenza di 60 giorni per le risposte del M.I.U.R. alle mozioni approvate, rendere vincolanti i pareri dell’organo, rendere obbligatoria l’audizione di rappresentanza del CNSU presso le Commissioni Parlamentari, introdurre la possibilità di richiedere il parere del CNSU e l’obbligatorietà del parere su questioni fondamentali, prevedere ogni anno la presentazione del documento sulla situazione studentesca in presenza del Ministro dell’Istruzione e del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Con questo rapporto, dunque, il Consiglio vuole porre l’accento sull’importanza di puntare sull’Università elevandola a priorità per il nostro Paese, valorizzandola e considerandola un investimento per il futuro e non un pesante e inutile costo sul presente, per spingere il nostro Paese verso una condizione migliore.
Fonti: uninews24.it; Rapporto sulla Condizione Studentesca 2015.
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