Non si è trattato, come alcuni potrebbero pensare, di uno scherzo o di una bravata ma di un gesto con un obiettivo serio: protestare contro lo stupro che ha dichiarato di aver subito nel suo campus la prima notte in cui è arrivata alla Columbia da un collega, Paul Nungesser, ritenuto dai vertici dell’università non responsabile di aggressione sessuale nonostante le denunce di Emma e di altre due studentesse.
Nel video, postato su Youtube da Columbia Daily Spectator, si vede Emma sfilare con il materasso su cui sarebbe avvenuto l’abuso; gli altri laureandi, insieme ad alcuni professori, applaudono mentre le ragazze portano il materasso sul palco dove venivano consegnati i diplomi. Un passaggio che non è sfuggito a pochi è stato quello del momento della consegna del diploma, quando la ragazza non ha stretto la mano al presidente dell’università.
La studentessa americana ha inoltre sfidato un divieto imposto dai responsabili dell’università, un divieto che secondo molti era indirizzato strettamente all’ormai rinomato materasso: portare nell’area della laurea oggetti ingombranti che avrebbero potuto creare problemi allo svolgimento della cerimonia.
La coraggiosa contestazione di Emma non è iniziata il giorno della sua laurea: risale al settembre scorso e continuerà fino a quando colui che ha identificato come il suo violentatore non verrà espulso.
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