20 marzo 2015. Dopo 6 stagioni, 121 episodi e 746 esibizioni ha chiuso i battenti Glee, il fortunato e conosciuto telefilm ideato da Ryan Murphy.
È sempre difficile esprimere cosa si prova quando si guarda l’ultima puntata di un telefilm. Sembra quasi come se si stesse salutando un vecchio amico, dando un addio non voluto dopo tanti anni passati assieme.
Le ultime due puntate del telefilm sono state trasmesse negli USA la stessa sera del 20 marzo e, a mio parere, sono state il perfetto coronamento di una serie degna di questa nome. Va sottolineato ovviamente il fatto che da troppo tempo Glee aveva perso in qualità. Le ultime stagioni non erano riuscite ad eguagliare il livello di quelle precedenti e neanche l’ultima stagione aveva superato l’impasse. La storyline ormai procedeva quasi senza seguire un filo logico e l’incoerenza sembrava essere la parola chiave di tutti i personaggi. Era evidente da troppo tempo che la serie ormai doveva giungere ad una conclusione ma, nonostante questo, salutare un telefilm amato risulta sembra difficile.
Ma procediamo con ordine.
Innanzitutto la 6×12 si è concentrata esclusivamente sul 2009. Nel corso dei quaranta minuti della puntata sono stati svelati i retroscena relativi alla nascita del primo Glee club e all’iscrizione dei primi membri quali Rachel, Artie, Mercedes, Tina, Kurt e Finn Hudson. La puntata è stata divertente e lineare proprio perché è ritornata al punto di partenza, a quelli che erano i veri protagonisti di Glee e soprattutto a quello che era il vero punto di forza di questo telefilm, l’accettazione della diversità e dell’essere se stessi, sempre e comunque: “Non so cosa succederà a questo club ma forse diventerà qualcosa di speciale. Forse diventerà un posto sicuro dove possiamo imparare l’uno dall’altro ed essere noi stessi, compresi quelli che sono diversi da noi. Quando ripenseremo al tempo passato qui dovremmo esserne orgogliosi. Per ciò che abbiamo fatto e chi abbiamo incluso.”
La puntata dunque è risultata ben riuscita sotto tutti i punti di vista e si è soprattutto conclusa con un finale eccezionale: la prima, originaria performance di “Don’t stop believin“, la colonna sonora per eccellenza di Glee. Emozionante soprattutto è stato vedere cantare Cory Monteith, uno dei protagonisti del telefilm venuto a mancare nel 2013.
La 6×13, l’ultima puntata, si è concentrata sul presente e sui “Five years after”, dando così una panoramica su quello che sarà il futuro di tutti i protagonisti. Will Schuester ottiene finalmente una grande soddisfazione per tutto il lavoro svolto e diventa preside del liceo McKinley, trasformato in una scuola incentrata sulle arti. Sue Sylvester diventa vicepresidente degli Stati Uniti D’America e riesce anche a trovare un equilibrio col Glee, di cui accetta l’esistenza e i pregi.
E i ragazzi delle New Directions? Mercedes ormai è una cantante affermata, Sam Evans è diventato il nuovo coach delle Nuove Direzioni, Blaine e Kurt sono felicemente sposati e delle celebrità nel campo del musical e infine Artie è diventato un regista e ha trovato la felicità con Tina.
E Rachel Berry? La protagonista indiscussa di Glee? Riesce a coronare il suo sogno e a conquistare il Tony Award. La vediamo inoltre felicemente sposata con Jesse St James e incinta, facendo da madre surrogata per Blaine e Kurt.
La scena finale della puntata? Pura emozione. Tutti i personaggi delle precedenti stagioni si riuniscono infatti per un’ultima performance, I lived dei One Republic, nell’auditorium del McKinley, ribattezzato Finn Hudson auditorium in memoria del vecchio compagno.
Sinceramente? Oltre a questo avrei preferito maggiori riferimenti alla figura di Finn. La scomparsa di questo personaggio è stata devastante per la serie tv e la sua mancanza è decisamente evidente, e anche dolorosa. Penso tuttavia che non si possa pretendere troppo in questo caso perché parlare di una persona scomparsa è sempre difficile. In questo contesto, dunque, l’omaggio alla sua memoria è s
In ogni caso ritengo questo veramente un bel finale, pieno di vita, energico, divertente e commovente allo stesso tempo. Ovviamente non potrà mai sostituire il finale originale – che era praticamente incentrato sulla coppia Rachel-Finn – ma diciamo che rappresenta il classico e degno happy ending che un telefilm come Glee meritava. Da segnalare inoltre la performance This Time, scritta da Darren Criss e cantata da Lea Michele, è stata una delle performance più belle della puntata. E le lacrime ovviamente non sono mancate.
Bellissima, infine, una delle inquadrature finali, incentrata sulla targa dedicata a Finn e che presenta una scritta che – a mio parere – racchiude in toto la vera essenza di Glee: “See the world not as it is, but as it should be.” Non vedere il mondo com’è, vedilo come dovrebbe essere.
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