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Dalle candele reali del 1990, alle luci wireless di oggi: ecco come è cambiato l’albero di natale nel tempo

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Per molti l’albero di natale è il simbolo più significativo fra le decorazioni natalizie. Ha origini antichissime, basti pensare alla Bibbia dove  il simbolo dell’albero è  presente più volte e con più significati, a cominciare dall’ Albero della vita posto al centro del paradiso terrestre ( per arrivare all’albero della Croce , passando per l’Albero di Jesse).
L’uso moderno dell’albero nasce secondo alcuni a Tallin, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Tradizione poi ripresa dalla Germania nel XVI secolo.

In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il paese: non a caso l’albero di Natale è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia prima della sua diffusione, di tipo più consumistico, del secondo dopoguerra.

Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e consumistica senza precedenti, ecco come sono cambiati negli ultimi 115 anni, in mostra diversi stili decorativi (foto dailymail.co.uk) a partire dal 1990, fino ad arrivare alle luci wirelles di oggi.

A proposito dell'autore

Salvatore Raspanti

Classe 84, nato a Nicosia, vive a Catania. Laureato in Farmacia vanta un’esperienza pluriennale nel settore dell’informazione sul web.. “smanetta” on line sin dagli albori del Web, e nel 2007 fonda Liveuniversity.it, il primo giornale di informazione universitaria in Italia.
E' anche Presidente dell'Associazione Culturale No profit "Liveunict".