Luca Naso PhD in Astrofisica ed un passato da scienziato in vari centri di ricerca internazionali (tra cui la SISSA a Trieste, la Chinese Academy of Sciences a Pechino e l’Università di Oxford), è oggi CTO presso Edisonweb, software house italiana nel settore del marketing di prossimità. Luca è amante delle tecnologie digitali, va sempre alla ricerca di soluzioni efficaci ed è un accanito sostenitore del data-driven business. Cura uno spazio di Big Data su Scoop.it.
Cominciamo con il TEDX, che il 18 Ottobre si è svolto a Catania con il tema “Dall’eccezione alla regola”. Lei ha assistito a questa splendida esperienza, ci racconti cosa l’ha colpita di questo evento.
«TEDxSSC è stato un evento formidabile, e sono veramente felice che un evento del genere si sia svolto a Catania. Sono un grande fan del formato TED e letteralmente divoro i loro video su youtube. TED per me è sinonimo di qualità, sia che si tratti di medicina, di politica, di sport, di tecnologia, … vi sono sempre dei contenuti interessanti, mai banali e spesso capaci di ispirare a loro volte altre idee. L’evento di Catania è stato sicuramente all’altezza delle mie aspettative (che erano senz’altro alte). Gli speaker sono stati molto competenti, ed alcuni sono riusciti a coinvolgere profondamente la platea. Complimenti anche agli organizzatori, capaci di tenerci “incollati alla sedia” per un’intera giornata.
Mi auguro che altri possano seguire questo esempi e che presto Catania possa offrire altri eventi di qualità come questo».
«A dire il vero sono stato indeciso fino all’ultimo momento, tra Fisica ed Ingegneria, tra Catania e Milano. Ero stato ammesso al Politecnico di Milano e stavo quasi per iscrivermi ad Ingegneria. Poi però ho vinto il concorso della Scuola Superiore di Catania (SSC) in Fisica, e scelsi di accettare quest’ultimo, perché ero convinto che il percorso che poteva offrirmi l’Università di Catania in sinergia con la SSC poteva darmi una marcia in più per il mondo della ricerca di base. Circa quattro anni dopo la laurea mi ritrovai ad Oxford, e mi resi conto che la SSC offriva agli studenti dell’Ateneo di Catania un’esperienza molto simile a quella dei college di Oxbridge: una vita in campus, condivisa con altri studenti con la passione per quello che studiano.
Adesso lavoro presso Edisonweb, una software house tutta italiana che si è messa in testa di stravolgere il mondo del marketing, e che vuole farlo da Mirabella Imbaccari, un piccolo paesino dell’entroterra siciliano. Più precisamente lavoriamo nel settore del Marketing di Prossimità e Digital Signage. Ciò che mi appassiona di più è la consapevolezza di lavorare su temi che hanno una ricaduta immediata sulla vita delle persone. Il nostro obiettivo è sempre quello di realizzare prodotti che possano migliorare la vita delle persone, e lo facciamo sfruttando tutti i vantaggi che le nuove tecnologie digitali offrono oggi. Brand di livello internazionale e colossi dell’elettronica stanno credendo in noi e questo rende tutto molto più eccitante».
«I giovani italiani devono smetterla di guardare al futuro come “quel posto terribile dove non potremo mai andare in pensione”. Il nostro futuro sarà come noi ce lo creeremo, ognuno è quello che vuole essere. Il mio suggerimento è di ascoltare se stessi per bene ed in profondità, e capire quali sono quelle cose che ci fanno stare bene quando le facciamo, quelle cose che ci esaltano talmente tanto che potremmo farle in continuazione senza mai fermarci. Una volta trovatele, bisogna avere il coraggio e la capacità di costruire la propria vita professionale attorno ad esse. Realizzare video multimediali, scrivere poesie, leggere libri, elaborare dati, fare statistiche, tagliare capelli, dipingere, coltivare la terra, fare politica, qualunque sia la propria passione bisogna puntare senza mezzi termini a diventare dei veri e propri maestri. Questo è il segreto del successo: una profonda passione ed una grande competenza».
Secondo lei cosa si potrebbe fare per attrarre ‘ i cervelli’ ed evitare che essi fuggano via dalla nostra terra?
«Una regola molto semplice è quella che “il talento attrae talento”. Non sono in grado di suggerire al Parlamento o alle Università quali misure adottare per riuscire ad attrarre nuovi talenti. A prescindere però da questo tipo di misure, io credo che la differenza la facciano le persone, le persone che non mollano mai e che fanno per bene il loro dovere, sempre e non solo quando sono sotto esame. Come azienda, il nostro compito è quello di fare il nostro lavoro nella maniera migliore possibile, di confrontarci con i migliori al mondo, di non accontentarci di raggiungere risultati “nella media” e di seguire processi di qualità. Una volta fatto questo non ci resta che aspettare, i talenti si presenteranno da soli».
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