La raffineria Mediterranea di Milazzo è sotto sequestro da parte della procura, fiamme altissime hanno illuminato la costa tirrenica per tutta la notte e si pensa di riuscire a domare l’incendio solo entro il primo pomeriggio di Sabato.
Non è raro doversi occupare di notizie tristi, cronaca nera e tragedie, ma questo avvenimento è particolarmente difficile da trattare, sia come siciliani che come giovani che vorrebbero vivere la propria terra ancora per tanti anni.
Nella notte tra il 26 e il 27 Settembre una delle cisterne dell’impianto petrolchimico di Milazzo, cittadina turistica tra le preferite della nostra isola, ha preso improvvisamente fuoco, dando vita ad uno dei disastri ambientali più rilevanti degli ultimi decenni.
Fortunatamente nessuno tra operai e tecnici è rimasto ferito nell’esplosione che ha dato vita alle colonne di fuoco e, finora, le forze dell’ordine non hanno parlato di nessun pericolo diretto per gli abitanti delle zone limitrofe. Molti residenti comunque hanno deciso di allontanarsi velocemente in auto per paura di evoluzioni repentine e non controllate.
Le forze dell’ordine sono giunte sul luogo dell’incidente in pochissimi minuti e hanno coordinato le operazioni di contenimento insieme ai responsabili dello stabilimento e a squadre di Vigili del Fuoco provenienti da tutta la provincia messinese. Spegnere l’incendio con l’acqua si è rivelato impossibile sin da subito, visto che 500 litri di Virgin Nafta alimentano il fuoco in maniera continua.
I Vigili del Fuoco si sono concentrati nel raffreddare gli impianti di stoccaggio vicini, evitando così ogni pericolo di trasmissione dell’incendio ad altre fonti di carburante, e nelle procedure di svuotamento della cisterna, andate avanti per tutta la notte ad un ritmo di 40cm ogni ora.
Il sindaco ha disposto la chiusura di tutte le scuole per la giornata di sabato, ha richiesto l’intervento dell’ARPA per accertare eventuali, ma quasi certi, danni all’ambiente e all’ecosistema.
Non appena le fiamme verranno spente saranno iniziate le indagini, essendo già stata depositata la denuncia verso ignoti, il sequestro di tutta l’aria dello stabilimento e aperta l’inchiesta.
Alcune indiscrezioni sono giunte nella notte dagli operai: qualcuno ha riferito che già nel pomeriggio il tetto di quel serbatoio era “strano” e si era deciso di iniziare la procedura di “schiumatura” e di trasferimento del carburante in una cisterna diversa. Forse si è intervenuto troppo lentamente, quasi sicuramente questo terribile disastro era evitabile.
Ci auguriamo che i danni, alle persone e all’ambiente, siano minimi e che, magari, si rifletta di nuovo sull’opportunità di dismettere o sostituire una raffineria oramai vecchia e poco manutenuta.
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