Mario Opinato, dal grande schermo a tu per tu con LiveUniCT

Mario Opinato, classe ’64. Attore, i cui natali sono nella bella Catania, annovera tanti ruoli e parti  assegnati in pellicole di successo nazionali ed internazionali. Poliedrico e camaleontico, capace di interpretare  il bello ed il cattivo, il buono ed il coraggioso. Lo abbiamo potuto ammirare in diversi personaggi,  interpretati con successo in  numerose serie televisive come “ Distretto di Polizia”, “Il Commissario Montalbano”, “Beautiful”; “Un caso di coscienza”  e “Orgoglio” nel 2004.

Da Imperium: Nerone

Quando hai deciso di fare l’attore? Com’é nato il tuo amore per il teatro ed il cinema?

«Ho deciso di fare l’attore quando ero a Los Angeles e facevo ancora Teatro Danza, tutto ha cominciato a girare nel verso giusto come mai prima nella mia vita e non so come, mi sono ritrovato all’Actor Studio di Lee Strasberg per tre anni. E ‘ lì che è nata la mia passione per cinema e teatro. C’erano i maestri che avevano studiato con Lee che erano stati in classe con De Niro, Pacino, Brando etc etc 12 ore al giorno per 3 anni di scuola di cinema,teatro ,TV ,danza, scherma, voce, dizione. Quando mi ha accettato Anna Strasberg mi disse: I’m going to change your life, ti cambio la vita… ed aveva ragione» .

Da Catania al Brasile per poi volare a Los Angeles. Come hai preso quest’importante decisione che ti ha cambiato la vita?

Con Marina Suma

 

«In Brasile ero andato per ballare la Samba al carnevale di Rio,  ho fatto la sfilata nella Escola de Salguero la più antica e prestigiosa di Rio ma dopo un anno mi ero stufato, sembra strano, a stare con un costume tutto il giorno sulla spiaggia di Ipanema e la sera andare nei locali di Copacabana».

Hai avuto difficoltà nei primi periodi di soggiorno negli Usa?

«I primi mesi a Los Angeles sono stati difficili per la lingua, parlavo l’Inglese dei Salesiani. Per 8 mesi mi sono chiuso in una scuola full immersion Inglese ed è andata sempre meglio» .

Com’è avvenuto il passaggio dal teatro al cinema?

«Un attore segue il filone del momento, non si passa dal teatro al cinema alla TV per scelta, dipende dalle offerte. Ho fatto 5 anni di sola di TV fino al 2009, quest’anno alterno un film Americano con un play a teatro a Catania… sta girando così» .

2047 sight of death con Rutger Hauer

Hai lavorato molto nel teatro americano. Cosa ricordi e cosa ci racconti di quel periodo?

«Del Teatro Americano a Los Angeles ricordo il pubblico. Oltre che colleghi attori, un mix di registi, produttori, casting director  di cinema tv e teatro che girano con curiosità per trovare nuovi talenti o nuove idee. Da noi il pubblico per l’ 80% è sordo e tossisce costantemente. Infatti mentre facevo Cecè di Pirandello in Inglese una produttrice mi ha incontrato alla fine dello spettacolo e dopo tre mesi ho firmato un contratto per cinque film in due anni» .

Qual è stato il suo primo film americano? Tra le numerose produzioni alle quali hai partecipato ricordiamo “Double Team’ con Jean Claude Van Damme e Mickey Rourke. Cosa hai pensato al momento del tuo primo ciak così importante?

«Il primo film si chiamava The Dangerous(il sole rosso) trasmesso da Italia 1, mai uscito nelle sale, solo in cassetta o in tv ma per me è stato come girare il Gladiatore. Dopo quei 5 film ho raccolto un mix di 5 min delle mie scene di azione, spedendolo a decine di case di produzione. Dopo qualche mese la svolta. La Columbia TriStar ha risposto e grazie a due amici che lavoravano nel progetto sono entrato nel cast di Double Team con Jean Claude VanDamme e Mickey Rourke. La mia prima volta su un set da 50 mil di dollari super pagato, hotel 5 stelle, 60 dollari al giorno di diaria, nel 96, servito e riverito» .

The Muse con Sharon Stone

Hai ricevuto consigli dalle grandi star? Cosa pensi di essere riuscito a trasmettere ai tuoi colleghi stranieri e quanto pensi di aver imparato da loro? “The Muse” con Sharon Stone è un altro dei tuoi lavori, cosa ci racconti di quell’esperienza? Com’é lavorare con la Stone?

«Un sogno. E da lì è stato più semplice lavorare con Sharon Stone in  ‘the Muse’ e Roy Sheider in Texas 46. Dai grandi attori ho ‘rubato’ tanto, soprattutto la modestia e la semplicità, alcuni di loro lo erano altri no. Sharon era fantastica, cordiale e molto disponibile, è venuta a farmi i complimenti per la scena e alla fine del film mi ha mandato una penna con autografo, come al resto del cast, che diceva Love and thanks. Sharon. La conservo ancora» .

 

Come mai hai deciso di rientrare in Italia?

Orgoglio, fiction Rai 1

«Poi il mio amico regista Giorgio Serafini, dopo aver girato Texas 46 con lui, mi chiama per un provino a Roma alla Titanus mentre ero in Italia, per una serie TV evento nei 50anni della Rai e i 100 della Titanus dal titolo Orgoglio. Faccio il provino e ritorno in America. A Natale, tornato per le vacanze, quando avevo dimenticato tutto, Giorgio mi chiama mentre ero a prendere una granita al Lungomare e mi dice: Mario ho una brutta notizia. 10 secondi di silenzio poi, lavoreremo insieme per tre anni. A quel punto dovevo seguire il mio lavoro e ho lasciato L A. Orgoglio mi ha davvero cambiato la vita, successo e popolarità improvvise ma avevo 40 anni e ho saputo gestire il tutto senza grossi problemi, ancora oggi comunque mi fermano e mi riconoscono dopo 10anni per il ruolo in Orgoglio» .

 Vista la tua esperienza negli Stati Uniti, ci puoi parlare delle maggiori somiglianze e divergenze di un set italiano rispetto ad uno americano?

«La differenza con l’America era chiara. I soldi. A parità di budget i nostri prodotti magari sono un pò meglio ma non si può competere con la seconda industria Americana dopo gli armamenti, l’Enterteinment» .

Con quale altro regista, italiano o straniero, ti piacerebbe lavorare?

«Ho sempre sperato più che sognato di lavorare un giorno con Woody Allen e in Italia con Bertolucci, ma forse è un pò tardi…vedremo» .

Adesso la tua vita è divisa tra Catania e Roma. Come vivi il rapporto con le tue origini e la tua Catania? Che effetto ti ha fatto ritornare e recitare a Catania con attori tutti siciliani in “La fortuna con la F maiuscola”?

«Per adesso sono tra Roma e Catania, come sempre non mi piace stare troppo in un posto devo cambiare anche se a Catania rispetto a quando avevo 20 ed ero insofferente e irrequieto con la città che mi stava stretta, oggi ho un rapporto sereno. Ci sto bene, così come a Roma. Infatti il ritorno a teatro con Gilberto Idonea al Metropolitan è stato piacevolissimo e spero di continuare perchè è e sarà sempre la MIA città» .

2047 sight of death con Daryl Hannah

Puoi anticiparci qualcosa su i tuoi lavori e progetti futuri?

«In uscita 2047 sight of death con Rutger Hauer e Daryl Hannah, Clavius di Kevin Reynolds con Joseph Fiennes in uscita nel 2015 e Ballando il silenzio con Marina Suma, Sandra Milo e Fioretta Mari» .

Che consigli ti senti di dare ai giovani attori e a chi vuole intraprendere questo mestiere?

«Concludo dicendo e ripetendo fino alla monotonia la stessa frase in tutte le interviste: ai giovani attori, andate in America per almeno 3 anni, a costo di lavare piatti, servire ai tavoli, portare pizze a domicilio etc. L’Italia è diventato un posto per vacanza o per tornare dopo i 40 anni o ritirarsi in pensione. Dai 18 ai 39 SCAPPA, non sprecare i tuoi migliori anni in un paese che non offre opportunità. In Sicilia è ancora peggio perchè vige il motto delle nostre nonne dei primi del 900: O FUTTECA O RUBBECA» .

Clavius di Kevin Reynolds con Joseph Finnes
Fiorella Manciagli

Fiorella Manciagli laureanda in Giurisprudenza a Catania, appassionata di attualità e politica. Rubrica: Eccellenze Made in UNICT.

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Fiorella Manciagli

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