Durante la giornata di oggi si sono susseguite diverse dichiarazioni, a partire da Nuccio La Ferlita, promoter di Musica&Suoni, agenzia che ha organizzato il concerto del rocker italiano, dichiarando a Radio Fantastica: «Si è verificato un danno, arrecato non dal palco, che non poggiava sul manto erboso, ma dalle strutture coprenti che sono state impiegate per il montaggio e lo smontaggio del palco e delle altre strutture di servizio connesse all’evento. Il manto si è seccato, com’era prevedibile, ma la parte verde sta già ricrescendo. E’ quel che succede ovunque, anche a Wimbledon. Avevamo già programmato i lavori che sono in corso d’opera. Stiamo lavorando con i giardinieri per rimuovere la parte in sofferenza e rigenerare, ripristinandolo, il manto prima presente. Questa settimana si è aspettato seccasse la parte in sofferenza, per questo l’effetto visivo può sembrare preoccupante, ma è del tutto nella norma. Tanto che siamo già passati all’irrigazione, prossima settimana si toglierà la parte marcia e quindi si avvierà la naturale ricrescita del prato. Fate conto che in una sola settimana, il seme utilizzato per questo prato germoglia già. Quindi, evitiamo allarmismi, il problema arrecato, per la parte che ci riguarda, sarà risolto ben prima dell’avvio del campionato».
«Io avrei affidato – continua La Ferlita – anche al Calcio Catania le operazioni di ripristino del prato, sostenendo i costi, non hanno scelto questa opzione quindi ci stiamo muovendo con altre aziende. E’ tutto a spese nostre, ci stiamo occupando noi del ripristino. Per adesso non c’entra né il Comune e neppure il Calcio Catania. Sono tifoso del Catania e vado allo stadio da quando avevo sei anni. Stemperiamo i toni. Le polemiche non servono. Il calcio deve andare avanti, è importante. I concerti sono un evento bello per ogni città civile. Perdere i concerti a Catania per degli allarmismi infondati sarebbe un peccato. I concerti allo stadio si fanno tutti d’estate proprio per non ostacolare il calcio».
A tal proposito è intervenuta anche l‘assessore allo Sport per la città di Catania Valentina Scialfa, che attraverso un comunicato ha dichiarato che «il contratto con cui il Comune di Catania concedeva lo stadio prevedeva ovviamente che gli organizzatori si occupassero di ripristinare lo stato dei luoghi com’era prima del concerto. Nei scorsi giorni abbiamo effettuato una serie di sopralluoghi insieme ai rappresentanti della Musica&Suoni e, dopo un’analisi della situazione, è stato stabilito di cominciare i lavori all’inizio della prossima settimana in maniera da procedere nel più breve tempo possibile alla rigenerazione del prato. Secondo quanto emerso, anche dalle valutazioni degli esperti, in certe zone il manto erboso necessita soltanto della normale manutenzione estiva, in altre servirà una cura particolare, con abbondante irrigazione e risemina, e in altre ancora, nel caso in cui l’apparato radicale risultasse compromesso, verranno inserite, come avviene in tutti gli stadi d’Italia, delle zolle di prato precoltivato.
Gli organizzatori del concerto – ha aggiunto l’assessore Scialfa – ci hanno riferito che, secondo i loro esperti, in poche settimane tutto tornerà come prima, consentendo il normale avvio delle attività sportive del Catania Calcio. Dalla prossima settimana, inoltre, il consulente del Sindaco per il Verde, il dott. Annibale Sicurella, seguirà lo svolgimento dei lavori».
Ma ad essere seriamente preoccupata circa lo svolgimento delle operazioni e le reali condizioni del manto erboso del Massimino è proprio la società del Calcio Catania, che ha definito la situazione attuale del campo un “disastro”, rilasciando repentinamente un dettagliato comunicato stampa riportato di seguito. In particolare, la società Calcio Catania si impegnerà ad anticipare i soldi per avviare quanto prima il ripristino del manto erboso che verrà effettuato dalla stessa società, con i lavori che ammontano a circa 43.000 € IVA esclusa. Il concerto di Ligabue, sempre secondo il sodalizio di via Magenta, ha reso vani gli interventi ordinari e straordinari realizzati all’inizio del mese di marzo scorso, a spese totalmente della società etnea.
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