Da oggi nuovo ordine del giorno: “Abolire le province”, in commissione già presente il testo del ddl su cui hanno pressato di più i “Grillini”, sotto la spinta del ministro e capogruppo dell’Ars Giancarlo Cancellieri.
L’inizio della nuova stagione porta tagli si sa, stavolta però non ci troviamo in un comune centro commerciale bensì in Sicilia, dove il presidente Rosario Crocetta deve far fronte al ripianamento del debito pubblico regionale, che è arrivato a toccare la scorsa estate persino i 5 miliardi di euro. La nuova intesa Pd-5 stelle ha dato al via ai tagli, il primo bersaglio è stato fissato e sono proprio le province.
Il ddl prevede la sostituzione delle province con liberi consorzi tra Comuni, così come è previsto dal testo dello statuto speciale, il ddl intanto arriverà presso la commissione di Affari istituzionali dell’Assemblea come ordine del giorno. Il risparmio dovrebbe essere di ben 700 mln di euro. Una parte dei risparmi sarebbe utilizzata per finanziare il reddito minimo di solidarietà, per una spesa di circa 130 milioni di euro, 12 dei quali deriveranno dal taglio del costo delle indennità per presidenti, assessori e consiglieri. Crocetta spiega che i dipendenti delle Province saranno assorbiti dai Comuni e dalla Regione e che spariranno gli Istituti autonomi case popolari. Il confronto adesso si sposta su altri tavoli. I vari gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, si riuniranno per discutere della riforma. Se la maggioranza dovesse confermare all’Ars la linea emersa dal vertice col governatore, la strada sarà in discesa. Mettendo in conto i voti favorevoli dei 5 Stelle, i numeri in aula sono dalla parte di Crocetta. Bisognerà fare i conti con gli altri gruppi d’opposizione. Il Pdl infatti è contrario alla soppressione delle Province e vuol andare al voto a maggio, alla scadenza degli organi elettivi. Il nodo a questo punto sta nei tempi. La riforma deve essere approvata entro fine mese, comunque prima dell’inizio dei comizi elettorali (il 27 marzo).
–ABOLIZIONE DELLE PROVINCE REGIONALI;
–CONTRATTO UNICO PER DIRIGENTI REGIONE E ARS, equiparando i dirigenti;
–ADDIO ALL’IRCAC E ALLA CRIAS, ovvero le casse per il credito agevolato alle cooperative e agli artigiani: le loro funzioni saranno assorbite dall’Irfis-FinSicilia;
–ABOLIZIONE DEGLI IACP, cioè gli istituti autonomi case popolari, con il passaggio delle competenze relative all’edilizia sociale ai Comuni e dei consigli di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico e del Cefpas, enti che finiranno sotto il tetto dell’assessorato Salute;
–UN MILIONE DI EURO DI FINANZIAMENTO IN MENO AL CERISDI;
–CANCELLATE DIECI PARTECIPATE;
–SOSTEGNO AI MENO ABBIENTI;
–L’ALTA CORTE: Rosario Crocetta ha rispolverato l’Alta Corte, l’organismo costituzionale previsto dall’art.24 dello Statuto speciale. Ma la materia è molto complessa. Le funzioni dell’Alta Corte, infatti, sono state assorbite con due sentenze, nel ’57 e nel ’70, dalla Corte Costituzionale;
–LA SFIDA ALLO STATO SULLE IMPOSTE: Rosario Crocetta ‘sfida’ lo Stato sull’art.37 dello statuto speciale, in base al quale spettano alla Regione le imposte pagate dalle imprese con impianti in Sicilia anche se hanno la sede legale fuori dall’isola;
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