Categorie: Attualità

Macchinette e distributori, ecco perché si paga di più

Se c’è una cosa a cui lo studente non sa rinunciare, quella è la pausa caffè. Luogo d’incontro tra un capitolo e l’altro, “le macchinette” costituiscono una tappa fissa per ogni universitario che studia all’interno dei dipartimenti (guai a chiamarle ancora facoltà). Ma a partire da quest’anno caffè più amari e snack più salati: sono entrati in vigore dal 1 gennaio le disposizioni della legge 90/2013. L’effetto del“Decreto Energia” è che l’Iva per i distributori automatici passa dal 4 al 10%.

Ciò che cambia è che mentre prima l’Iva per le “macchinette” si pagava in base al luogo dove erano situate (l’università e le scuole erano considerati luoghi agevolati), adesso è uguale indipendentemente dall’ubicazione dei distributori.

Sarà del tutto normale in questi giorni vedere lievitare i prezzi di bibite e merendine di 5, 10 o 20 centesimi. I gestori che hanno stipulato dei contratti di somministrazione, hanno il diritto di aumentare i prezzi adeguandoli all’incremento dell’Iva. All’ex monastero dei Benedettini, sede di Lettere, Lingue e Filosofia, un avviso è stato attaccato proprio alle macchinette di acqua e bevande. E dire che noi di Liveunict lo avevamo predetto in un vecchio articolo, ma si trattava solo di un pesce d’aprile(leggi).

Sarebbe senza alcun dubbio esagerato e fuori luogo considerarlo un nuovo attacco agli studenti: una manovra del genere non è in alcun modo paragonabile ai tagli al diritto allo studio e agli aumenti delle tasse universitarie. Ma costituisce oggettivamente un disagio che pagheremo, nel nostro piccolo, noi studenti “aficionados” di snack e caffè. Monetina dopo monetina.

Antonio Percolla

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Antonio Percolla

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