Attualità Libri e Letteratura

Un viaggio, un amore, un libro

Per dare avvio alla nostra nuova rubrica Liber-Amanti, in cui verranno selezionati ogni mese una serie di libri scelti e letti dalla redazione e, dunque, consigliati a tutti gli amanti della lettura, abbiamo scelto qualcosa di nuovo, un libro fuori dalle classifiche, un libro che, a leggere la trama, può sembrare il solito romanzo sdolcinato ma che dovremmo tenere un po’ tutti sul comodino, non come suppellettile, piuttosto come diario di vita. Per questo, abbagliati dal suo valore, abbiamo visto qualcosa di speciale in questo libro: abbiamo avvertito il battito del cuore di chi l’ha scritto, abbiamo percepito quei profumi, quelle sensazioni, quelle immagini, quelle emozioni sfogliando le sue pagine, abbiamo sentito un brivido dietro la schiena, abbiamo pianto e ci siamo immedesimati in quella stessa situazione. Un libro che insegna, che lascia qualcosa, che dona coraggio e speranza, fede nel domani, fiducia nella vita. Il titolo (annotatelo e correte a prenotarlo in libreria) è “Il viaggio. L’incanto della piccola principessa”, scritto da un giovanissimo autore del ragusano, Giorgio Giurdanella, laureato in Scienze Politiche e successivamente in Giurisprudenza nel nostro Ateneo, edito da Albatros. La copertina del libro apre agli occhi di noi sognatori l’immaginazione a un viaggio coinvolgente, un viaggio “reale” per l’autore, immaginariamente reale per chi si appresta alla lettura. Un volumetto piccolo e sottile che nasconde la profondità, la bellezza, il fascino racchiuso in tutte le nuove esperienze a cui si va incontro. “Un viaggio ti cambia la vita”, ripete più volte Giorgio, un viaggio diventa  il modo per assecondare il “bisogno di lasciare tutto e tutti per un po’ di tempo e tentare attraverso questa esperienza di ritrovare se stessi, ma soprattutto di riprendere le fila della propria vita”. Chi non è mai partito con quell’ansia, quel desiderio di liberarsi da qualcosa che avverte dentro, di accantonare problemi, pensieri e preoccupazioni per assaporare il vento della libertà, l’aria di nuovo che c’è ogni volta che si va alla scoperta di un  posto, la bellezza di camminare in strade sconosciute, incrociando volti non noti, senza guardare l’orologio, vestiti di quell’anonimato da passante felice e solitario che si appresta a chiudersi in sé per ritrovarsi e poi riaprirsi. A pensarci bene,  “C’è sempre quando si parte una ragione precisa: una mancanza, un vuoto, un sogno desiderato, un qualcosa che porti nel cuore da una vita”. La paura del viaggio è la paura della vita perché “La vita è una continua scoperta di luoghi, cose e persone”, la vita è di per sé uno straordinario viaggio senza meta, le destinazioni sono (incredibilmente) stabilite da un destino. Per quanto possiamo tentare di pilotare la nostra vita come vorremmo, le cose non accadono mai per caso: a tutto c’è un motivo, ogni persona che incontriamo nelle nostre giornate non arriva lì per caso: arriva per regalarci un sorriso, per aprirci il cuore alla speranza, per insegnarci qualcosa, per darci uno schiaffo, per farci crescere e cambiare, per farci vivere questa avventura chiamata vita nel migliore dei modi.

Giorgio Giurdanella

Giorgio Giurdanella

Il libro nasce dall’esperienza di una vacanza studio post laurea in Irlanda, una vacanza che apre le porte a una meravigliosa storia d’amore, quella dell’autore protagonista con Kara, una ragazza francese, anche lei in viaggio in Irlanda, con cui Giorgio condivide lo stesso alloggio. Una ragazza straordinariamente bella, quanto misteriosa, una principessa d’altri tempi in tutta la sua grazia, una ragazza di cui Giorgio si innamora dal primo momento, un amore travolgente e passionale, pulito e incondizionato. Come scrive lui stesso: “L’amore più bello è così, è quello che accende e acceca l’anima e che fa desiderare di arrivare più in alto, sempre più in alto, quello che incendia il cuore, brucia il corpo ma poi porta la pace nella nostra mente”. Un idillio quasi perfetto, un amore fugace, di pochi giorni, un amore che non si consuma nel solito sesso ma in qualcosa di più profondo, sincero, unico. Quale situazione più appagante di tutto questo? Chi, intraprendendo un viaggio, non immagina di trovare ciò che cerca, di riempire quel vuoto interiore conoscendo qualcuno, qualcuno che non sia una semplice “amica di letto”, ma con cui possa stabilire una relazione più profonda? Eppure, il finale è un colpo di scena, lascia con il fiato sospeso, quasi con l’amaro in bocca, un amaro che però si trasforma in qualcosa di potente,  in un modo inusuale di aprire gli occhi e guardare alla vita. Un amore, un finale, che a distanza di tempo, porta l’autore a maturare l’idea di raccontarsi e raccontarlo, un modo per aprire il suo cuore agli altri, per consentire al lettore di immergersi nelle abissali profondità della sua anima.

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A proposito dell'autore

Maria Eleonora Palma

Autore - Sono nata il lontano 24 Novembre del 1993 a Vittoria, una piccola città in provincia di Ragusa. Mi divido tra Catania, dove frequento il primo anno della facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche, e la mia città natale che amo tanto e a cui sono legati ricordi, amicizie e impegni vari. Sono una persona piuttosto socievole e accogliente, amo fare nuove esperienze (per questo piuttosto spesso mi ritrovo in situazioni buffe e stravaganti, comunque… sorvoliamo la faccenda!). Mi piace molto scrivere, leggere libri di tutti i generi e sono da ormai 4 anni educatrice in ACR (Azione Cattolica Ragazzi). I bambini sono il mio piccolo laboratorio: mi piacerebbe in futuro lavorare con loro, e grazie a questa opportunità ho scoperto pian piano che i bambini non sono dei piccoli “mostriciattoli capricciosi”, anzi un continente di emozioni, pensieri e comportamenti da scoprire. E’ molto bello e gratificante lavorare e avere a che fare con loro, spesso sono più sensibile e profondi degli adulti. Mi piacciono gli animali, anche se per ragioni di spazio, non ne tengo alcuno a casa. L’ultimo libro che ho letto è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, uno dei miei libri preferiti, riletto più volte, questa è la terza, e credo uno dei testi meglio riusciti sull’autismo infantile. Non appena riuscirò a ritagliarmi un po’ di tempo, vorrei iniziare un corso di fotografia. Quello che mi manca è la Reflex, ma questo non è un problema.