Attualità

Da randagi a piccoli eroi: il progetto di Anima Animalis, esempio di pet therapy

Che il cane sia il migliore amico dell’uomo è ormai smielatamente detto e ripetuto. Eppure nonostante tutto, specialmente nel periodo estivo, l’abbandono degli animali, in particolare dei cani, non è una novità. Basta percorrere una qualsiasi strada extraurbana per osservare bestiole sanguinanti prive di vita al centro di corsia o che sbucano indifese e scheletriche da qualche cespuglio.  Il motivo? A chi lasciare il mio fedele amico a quattro zampe, una volta preparate le valige e pronto per la tanto attesa vacanze estiva? Purtroppo, dobbiamo dirlo, portare un cane con noi in vacanza ha un certo costo, e non soltanto dal punto di vista economico. Un animale, è risaputo, necessita di cure, attenzioni, vanno assecondati i suoi bisogni, occorre fermarsi spesso se si affronta un viaggio particolarmente lungo in macchina, provvedere a individuare strutture adatte che consentano l’accesso di animali al suo interno (per quanto queste siano in aumento, non tutte le località turistiche dispongono di queste)… piccole scocciature che, possono essere risolte facilmente per chi ama veramente il proprio cane e ha scelto consapevolmente di averne uno con sé. I cani, del resto, non servono solo a consolarci o a farci compagnia quando siamo soli: il cane per l’uomo è una risorsa. Trasmette energia, gioia, affetto, entusiasmo, ma anche l’uomo è un’importante risorsa per il cane, è la sua unica fonte di compagnia, è il suo migliore amico, la persona di cui vuol prendersi cura leccandolo, saltandogli addosso, scodinzolando, abbaiando o aggredendo chiunque nel momento in cui avverte una situazione di pericolo per questi.

Interessante a questo proposito, il progetto portato avanti da Anima Animalis, che vede i cani, reduci da una vita difficile in canile, randagi o vittime dell’abbandono, protagonisti a fianco di malati di Alzheimer, persone colpite da Asperger, autismo, sindrome di Down, studenti, anziani, carcerati, in un’ incontro terapeutico e formativo che mira ad aiutare, a sostenere “l’uomo in difficoltà”. Promossa dalla Nardone Watzlawick Onlus in collaborazione con altre associazioni, volontari, singoli professionisti, l’iniziativa punta sui giovamenti della reciproca tutela, alla promozione della pet therapy e alle operazioni di soccorso cani, così sottratti al randagismo o a strutture indegne di prendersene cura.

pet-therapy-foto ”L’animale non è un farmaco, bensì un soggetto con cui stabilire lealtà reciproca e rispetto. Altrimenti non potremmo gioire, né fruire dei benefici di tale relazione“. Afferma lo psicologo psicoterapeuta Giorgio Nardone, fondatore delCentro di psicoterapia strategica di Arezzo. “E’ la relazione che cura, pertanto, se questa non si viene a creare come un reciproco scambio di attenzioni, non produrrà effetti di beneficio.”

I vantaggi che derivano dalla compagnia-interazione con un animale sono diversi: “Così numerosi da non poterli riassumere in breve, si pensi solo all’animale che riempie e allunga l’esistenza dell’anziano grazie a una corrispondenza di cure e attenzioni, al giovamento emotivo e di sicurezza personale che un bambino trae dal rapporto con il suo amico a quattro zampe. Sul piano più strettamente medico, numerosi studi dimostrano che chi ha un pet si ammala molto meno di chi ne è privo. Anche sul piano psicologico la sua presenza è fra i migliori stimoli antidepressivi, funziona nelle carceri, per tacere del potenziale delle terapie assistite con animali negli ospedali, benefiche anche nei casi di malattia più gravi”.

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Gli animali domestici sono dunque una risorsa, un arricchimento affettivo e relazionale anche per le persone comuni, non solo per quelle malate o maggiormente vulnerabili (anziani, bambini…).  ”Le motivazioni di ciò risiedono nelle caratteristiche della particolare relazione che si crea con il pet. Il rapporto che si instaura è unico e speciale, a volte basta uno sguardo per  sentirsi sostenuti dal proprio cane e ritrovare il buon umore proprio perché riescono ad arrivare, prima e più efficacemente degli altri, al cuore dei loro “padroni”. Proprio per questo motivo rappresentano un aiuto aggiuntivo alle terapie classiche (farmacologiche e psicologiche). La loro compagnia facilita e aumenta la socialità e l’apertura al contatto anche con le persone”.

pet-therapy1  Un’ animale ti cambia la vita: è come un vaso traboccante di amore, un amore che ti inonda, ti conquista, ti riempie, ti gratifica. Un amore incondizionato, libero, vero, autentico. E’ questo il segreto della pet therapy: non esiste nessuna cura farmaceutica, nessuna relazione terapeutica così efficace, in grado di darti un tale nutrimento. Un cane riesce a ridar respiro a un’anima travagliata e sofferente, a una persona che ha sofferto, soffre, che si sente sola, incompresa, che si sente un “nulla” in questo mondo, che desidera morire, che vorrebbe attenzioni ma non ne riceve. Un cane riporta in vita un anziano dimenticato dal mondo, restituisce dignità e importanza a un disabile emarginato, dona delicatezza e attenzione in un contatto con un autistico, regala felicità e voglia di vivere a un depresso, accarezza il cuore di un adulto stressato, coccola di tenerezza un bambino. Non dimentichiamolo. Mai.

A proposito dell'autore

Maria Eleonora Palma

Autore - Sono nata il lontano 24 Novembre del 1993 a Vittoria, una piccola città in provincia di Ragusa. Mi divido tra Catania, dove frequento il primo anno della facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche, e la mia città natale che amo tanto e a cui sono legati ricordi, amicizie e impegni vari. Sono una persona piuttosto socievole e accogliente, amo fare nuove esperienze (per questo piuttosto spesso mi ritrovo in situazioni buffe e stravaganti, comunque… sorvoliamo la faccenda!). Mi piace molto scrivere, leggere libri di tutti i generi e sono da ormai 4 anni educatrice in ACR (Azione Cattolica Ragazzi). I bambini sono il mio piccolo laboratorio: mi piacerebbe in futuro lavorare con loro, e grazie a questa opportunità ho scoperto pian piano che i bambini non sono dei piccoli “mostriciattoli capricciosi”, anzi un continente di emozioni, pensieri e comportamenti da scoprire. E’ molto bello e gratificante lavorare e avere a che fare con loro, spesso sono più sensibile e profondi degli adulti. Mi piacciono gli animali, anche se per ragioni di spazio, non ne tengo alcuno a casa. L’ultimo libro che ho letto è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, uno dei miei libri preferiti, riletto più volte, questa è la terza, e credo uno dei testi meglio riusciti sull’autismo infantile. Non appena riuscirò a ritagliarmi un po’ di tempo, vorrei iniziare un corso di fotografia. Quello che mi manca è la Reflex, ma questo non è un problema.