Il problema della disoccupazione inizia a farsi sentire anche all’interno del call center Vodafone Italia di Catania, ma sono in pochi ad esserne a conoscenza. Una dipendente, a rischio di licenziamento, ha scritto al quotidiano de La Sicilia per far sentire la sua voce. Attraverso la lettera ha denunciato il rischio di licenziamento di ben 700 dipendenti Vodafone, perchè in esubero, dal momento che sono state aperte nuove sedi in Romania e Albania, numeri da aggiungere ai 650 dipendenti del partner Almaviva. Non è tardata ad arrivare la risposta da parte della Vodafone.
La compagnia telefonica ha risposto smentendo i numeri dei lavoratori di
Almaviva a rischio di licenziamento e comunicando che la società si sta mobilitando, attraverso un incontro con il presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, per fornire le soluzioni necessarie al problema. Le intenzioni della società e del Presidente sono quelle di poter giungere ad accordi che non infieriscano sulle condizioni di contratto e di numero dei dipendenti.
La disoccupazione è la piaga che desta maggiore preoccupazioni, soprattutto se rapportata alle condizioni e alle prospettive delle nuove generazioni che hanno di fronte un futuro incerto. Le conseguenze di questo fenomeno sono riscontrabili all’interno di un malessere generale che sfocia in disturbi sociali, politici edeconomici. I numeri della mancanza d’impiego crescono sempre più, sono circa 490 mila gli operai in cassa integrazione e trovare un lavoro stabile, soprattutto per i giovani laureati, diventa sempre più difficile. Per lavorare non occorre possedere solo una laurea, ma una è necessario proporre una giusta idea. Talvolta, pur possedendola, mancano i soldi necessari per poterla concretizzare. Il laureato di oggi rischia di diventare una persona che ha solo conseguito tutti gli esami necessari per poter raggiungere il titolo di studio richiesto nel mondo del lavoro, ma che nonostante ciò non ha la certezza di avere un lavoro fisso dopo aver completato i suoi studi. Anni addietro gli studenti erano consapevoli di poter avere un posto di lavoro nel campo loro desiderato, dopo aver conseguito gli studi universitari, oggi ciò non è più possibile. Nella nostra società informatizzata è richiesta la specializzazione all’interno di ogni settore, tuttavia il lavoro specializzato è svolto dalle macchine che stanno sostituendo il numero degli impiegati nei vari settori. Sono proprio le nuove tecnologie ad aver preso il posto della manodopera ripercuotendosi negativamente sul piano dell’occupazione. La grande massa giovanile in cerca di lavoro è quasi costretta a procurarsi un lavoro provvisorio, mentre si concentra su concorsi pubblici, sperando, un giorno, di poter raggiungere il tanto agognato posto di lavoro. Le conseguenze di questo malessere sfociano nel precariato, ma anche nella carente specializzazione e nella scarsaconvinzione del ruolo che si è chiamati a ricoprire. Tutto ciò dovrebbe spingere i giovani non alla fuga verso l’estero in cerca di un lavoro rispondente alle competenze maturate lungo la carriera formativa e/o di studio, ma a partorire nuove idee che li vedano protagonisti di un cambiamento radicale all’interno della società e dell’organizzazione lavorativa del nostro Paese.
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