L’utilizzo dei solari non fa ancora parte della nostra cultura, ma penso che stia iniziando ad inserirsi pian piano nel collettivo modo di pensare al mare. La gran parte delle persone che non utilizzano il solare pensano che applicarlo sulla pelle significhi e comporti non abbronzarsi, quasi come se si trattasse di indossare una maglietta, ed evitare così che il sole possa donarci quel bel colorito ambrato. In realtà, non è così. Il solare serve a tutte le persone e a tutte le carnagioni, anche quelle più scure. Di sicuro, alle persone che hanno una carnagione olivastra o tendenzialmente scura non si consiglia di utilizzare un solare con protezione alta (30-50), ma di applicare un solare che abbia un fattore spf 15 per poi andare a scemare via via nel tempo. Il fattore spf, cioè il fattore di protezione solare, viene consigliato in base al tipo di carnagione di ognuno di noi e varia dal spf 6 al 50+. Chi dovesse applicare una protezione spf 50+ fa più fatica sicuramente ad assumere un colorito ambrato ma se pensiamo che comunque la persona che lo utilizza ha una carnagione lattea allora non ci si meraviglia più di tanto. D’altra parte, a questa stessa persona non si vieta di abbronzarsi ma solamente di non accusare eritemi, scottature, fastidi alla pelle, sensazione di pelle che tira, prurito, desquamazioni e quant’altro dopo una più o meno lunga esposizione al sole.
Gli effetti positivi dell’uso dei solari sono la colorazione più rossastra o ambrata della propria carnagione, i non fastidi alla pelle ed eventuali vescicolette. Quando “spellate” è perché la pelle non è stata idratata e protetta adeguatamente per tutta l’esposizione e quindi cosa succede? Che la pelle “bruciata” al sole va via, perché composta di cellule morte, e vi rimangono le chiazze bianche. Vi piace questo effetto? Penso di no. Dovete pensare al fattore spf come a un “addolcente del sole”, a un “accompagnatore” dell’abbronzatura che gradualmente permette alla melanina della vostra pelle di cambiare colore e di attivarsi senza creare danni violenti, come nel caso dell’assenza del solare. Il solare deve essere applicato 20 minuti prima dell’esposizione in modo che il prodotto penetri e faccia effetto, poi dovrà essere applicata dopo ogni bagno o con la frequenza di 2/3 ore per riattivare la protezione. Se ci fate caso, stando a mare solo una mattina, significa riapplicarla una volta.
In commercio troviamo diverse tipologie di solari: quelli spray, vapo, latte, in crema, in gel, in consistenza acquosa, quelli duri come stucco, con microperle di oli vari idratanti, con attivatori di melanina, con fattori fisici e chimici, contro i raggi UVA e UVB, acceleratori di abbronzatura, lenitivi, opacizzanti, che sbrilluccicano, con acqua termale. Insomma, di tutti i tipi.
Vorrei darvi almeno alcune dritte per scegliere il solare migliore per voi in modo che, già ad una prima occhiata, possiate capire quale faccia per voi:
1) Se avete una pelle normale e di colorito medio, io vi consiglio di prendere un solare con spf almeno 25-30 che vi permetterà di proteggervi e di abbronzarvi allo stesso tempo.
2) Scegliete un solare che implichi protezione UVA e UVB che protegge sia dai raggi che si fermano solo sull’epidermide sia su quelli che penetrano più a fondo e che provocano maggiori danni al derma.
3) Applicate il solare anche in viso perché è una delle parti del corpo più esposte ai raggi solari e accusa prima i segni della disidratazione e del sole “preso” male.
4) Acquistate un solare senza parabeni e siliconi che non vi otturi i pori della pelle e che non vi provochi altri disturbi.
Vi faccio un esempio: io utilizzo ormai da tempo il solare SUNSCREEN CREAM di KIKO con spf 50.
Un altro solare che ho provato, e con cui mi sono abbronzata di più, è stato il solare abbronzante di Bottega Verde con Olio di Tamanù e Orchidea, sempre con protezione UVA e UVB che mi idratava e aveva un odore davvero ottimo, esotico.
A questo punto, potete scegliere qualsiasi solare vi piaccia. L’importante è proteggersi.
Spero di essere stata utile e di avervi aperto gli occhi su un prodotto, ancora oggi, spesso snobbato. Al prossimo articolo.
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