Individuato il DNA del papilloma virus (HPV) nel sangue di donne senza tumore. La scoperta contribuirà a chiarire la natura dell’infezione e aprire nuovi orizzonti nell’ambito dello screening cervicale e per interventi di immunoprofilassi.
Il risultato di uno studio pubblicato sulla ricerca scientifica PLOS One e condotto dai ricercatori di Microbiologia Clinica del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, insieme ai ricercatori di ginecologia dell’ospedale San Gerardo e della Sezione di Igiene del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Sassari, apre nuove vie di ricerca e intervento sul Papilloma virus (HPV). Il DNA del virus è stato riscontrato anche nel sangue di donne con infezione cervicale risultate positive al Pap-test nello screening per la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero. Benché nessuna di queste donne fosse affetta da tumore della cervice uterina, la ricerca ha evidenziato la presenza dell’infezione in 41 donne su un campione iniziale di 120 soggetti, pari al 34,2 per cento.
Finora è noto che il papilloma virus infetta pelle e mucose e solo pochi studi precedenti avevano evidenziato la presenza del DNA virale nel sangue di donne con cancro al collo dell’utero. Lo studio condotto dai ricercatori di Milano-Bicocca fa un passo avanti in questa direzione mostrando la presenza di HPV DNA in campioni di sangue di donne senza tumore, ma con una recente diagnosi di Pap-test positivo.
Le infezioni da HPV sono tra le più frequenti nella popolazione sessualmente attiva ed esistono circa 200 sottotipi diversi di questo virus in grado di colpire la persona. Il nostro sistema immunitario tuttavia può eliminare in modo spontaneo queste infezioni senza conseguenze per la nostra salute. Solo alcuni sottotipi di HPV sono in grado di causare l’insorgere di tumori come quello del collo dell’utero, della cavità orofaringea e anale, oltre che dei genitali esterni; ma possono anche provocare tumori distanti dalle zone muco-cutanee.
Come spiega la docente di Microbiologia Clinica dell’Università di Milano-Bicocca, Clementina Cocuzza: «Questo studio ha permesso di riscontrare il genoma virale a livello ematico, attraverso metodiche molecolari, in un numero rilevante di donne con una probabile infezione recente da HPV al livello genitale, ma senza evidenza di tumore».
Mentre il collega Andrea Piana, docente di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo di Sassari, sottolinea come «Si tratta di risultati utili per la comunità scientifica, che portano ad ulteriori conoscenze nella storia naturale dell’infezione da parte di questi virus potenzialmente oncogeni. I risultati della ricerca potrebbero nel futuro aprire nuovi orizzonti sia nell’ambito dello screening cervicale, sia per interventi di immunoprofilassi».