Tutti ricordano i fatti dell’estate scorsa, quando l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini tenne col fiato sospeso i 116 migranti della nave “Gregoretti“, in stato di fermo nel porto militare di Augusta dalla notte del 27 luglio al 31 dello stesso mese, quando arrivรฒ l’autorizzazione allo sbarco. Dopo alcuni mesi il leader politico della Lega potrebbe pagare quello che secondo il Tribunale dei ministri di Catania ritiene un “sequestro di persona aggravato“. Quest’ultimo, infatti, tramite il collegio presieduto dai giudici Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Roberto Corda ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere.
I tre, gli stessi che lo scorso 24 gennaio avevano chiesto l’autorizzazione a procedere per il caso Diciotti, ritengono illegittimi gli atti con cui l’ex ministro tenne fermi i migranti, impedendogli di sbarcare in un porto sicuro in attesa che l’Unione Europea desse risposte. Queste poi arrivarono, con cinque Paesi UE, Germania, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, che si fecero carico dei migranti a bordo della nave, assieme ad alcune strutture dei vescovi italiani, come aveva rivelato poi lo stesso ex titolare del Viminale.
A rivelare questi fatti รจ stato Matteo Salvini stesso, che, ospite alla trasmissione “Fuori dal coro” su Rete4, ha esibito sotto i riflettori delle telecamere la lettera recapitatagli in cui gli si notifica la richiesta del Tribunale di Catania. Per l’ex ministro, nel caso in cui il Parlamento autorizzasse la magistratura a procedere e nel caso in cui venisse ritenuto colpevole, possibile una condanna di 15 anni di carcere, come ricordato da lui stesso durante la trasmissione.
“Ritengo che sia una vergogna che un ministro che ha difeso i confini del suo Paese possa essere processato per essersi occupato della sicurezza dei suoi cittadini”, ha dichiarato Salvini al riguardo nel corso della puntata andata in onda ieri.