Come tutte le favole iniziano con il “C’era una volta..”, così dovrebbe iniziare la storia dell’ex Chiosco Cinese, situato all’interno della villa Bellini di Catania, sulla sommità della collina del Salvatore.
Il chiosco, dono dell’Imperatore di Cina, era l’unico esempio di architettura liberty lignea della città di Catania. Venne fatto costruire sulla collina nord della villa nel 1869, per divenire un caffè concerto, tipico dei giardini ottocenteschi e per poter arricchire ulteriormente il giardino sottostante, pieno di animali e piante esotiche.
Tra gli anni cinquanta e settanta del novecento, l’edificio venne convertito in una biblioteca comunale, ma in seguito all’abbandono causato dai gravi danni alla struttura, fu lasciato incustodito fino al 25 agosto del 2001, quando un incendio che in molti sostennero fosse di origine dolosa e vandalica, distrusse completamente quel gioiello architettonico della città.
Circa dieci anni dopo – in occasione del progetto di restauro, recupero e valorizzazione del Giardino Bellini – in città si sollevò un’accesa polemica. Sorse addirittura un Comitato in difesa della villa Bellini e una delle discussioni più accese riguardò proprio la ricostruzione del Chiosco Cinese nella sua forma originaria o la progettazione di un diverso manufatto che lo potesse sostituire.
A tal proposito, nel 2011, fu bandito un concorso di Idee per il suo restauro, ad opera dell’Associazione nazionale costruttori edili di Catania, rivolto principalmente a laureati o giovani studenti delle facoltà di architettura, ingegneria edile, licei artistici e accademie di belle Arti della Sicilia. Concorso vinto dal Dottor Lorenzo di Bella, il cui progetto prevederebbe la costruzione di “un gioco di scatole cinesi”, per realizzare un piccolo salotto nel Giardino storico della città di Catania, quale diffusore culturale dell’identità musicale della melodia belliniana.
Ma ad oggi, tutti gli eventuali lavori di restauro e di ricostruzione sono fermi e rimane forse, solamente un responsabile silenzio da parte delle Istituzioni pubbliche, che dovrebbero invece, destare maggior attenzione per riportare alla luce un simbolo culturale e artistico della città.