La fotografia scattata dalla piattaforma InClasse della fondazione articolo 49, presentata al Senato questo ottobre, mette in evidenza una realtà che già molti studenti, famiglie e insegnanti conoscono bene: le disparità all’interno della scuola italiana. Le differenze territoriali – già conosciute per risultati scolastici e dispersione – emergono anche nella disponibilità e nella qualità dei servizi essenziali come palestre, laboratori e mense.
L’analisi nasce dall’incrocio dei dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica del ministero dell’istruzione con il lavoro di ricerca pubblicato su Statistical Methods and Applications.
Le mense: il servizio che risulta più carente
Il dato più sorprendente riguarda le mense scolastiche, un servizio che oggi rappresenta molto più di un semplice luogo dove mangiare: per molte famiglie, la mensa significa avere un sostegno economico e un pasto bilanciato garantito ai propri figli.
Eppure, più della metà delle scuole primarie italiane (53%) ne è sprovvisto, e se al Nord è più raro incontrare istituti senza mensa, al Sud il quadro si ribalta: a Napoli e Catania nove scuole su dieci non dispongono di questo servizio, mentre a Ragusa la percentuale precipita addirittura al 3%.
Al contrario, province come Prato, Firenze e Aosta superano l’87% di copertura, un dato che restituisce un Paese in cui un bambino, a seconda del luogo in cui nasce, avrà o meno accesso a un servizio ormai considerato fondamentale.
Le palestre: situazione migliore, ma non abbastanza
Un po’ migliore è la situazione delle palestre e degli impianti sportivi presenti nelle scuole: ce l’ha il 44% delle scuole primarie, il 57% di quelle medie e il 50% degli istituti superiori. Anche in questo caso, però, le differenze territoriali pesano non poco: Se Prato arriva all’84% di scuole dotate di palestra e Milano al 73%, province come Cosenza, Catanzaro e Palermo restano ferme tra il 26% e il 28%.
Il divario Nord–Sud rimane, ma è meno marcato rispetto alle mense: una conferma del fatto che, pur con difficoltà, le palestre sono considerate un’infrastruttura un po’ più standardizzata.
I laboratori informatici: un’Italia poco digitale
In un momento storico in cui la competenza digitale è considerata una chiave d’accesso al futuro, solo il 62% delle scuole medie italiane dispone di un’aula informatica. Anche qui il Nord si muove più rapidamente: Aosta (91%), Como (89%) e Massa-Carrara (84%) guidano la classifica, mentre Cosenza, Isernia e Vibo Valentia restano sotto il 40%.
A complicare il quadro è anche la scarsità di dati disponibili in alcune province, soprattutto meridionali, un segnale di difficoltà strutturali che vanno oltre la sola dotazione tecnologica.
Cosa serve davvero alla scuola italiana? Un dibattito aperto
I numeri che abbiamo analizzato sono stati presentati durante l’evento “Radici per il futuro – Nuove idee per la scuola del 2026”, organizzato da Fondazione Articolo 49 al Senato. Al centro della discussione, non solo le carenze strutturali, ma anche la necessità di una scuola più moderna, più equa e più vicina ai bisogni dei ragazzi, viste le molteplici problematiche evidenziate durante la presentazioni.
All’incontro sono stati illustrati anche cinque percorsi educativi -con lo scopo di presentare nuove proposte- dedicati a temi cruciali per le nuove generazioni: dall’uso consapevole del web alla sostenibilità, dall’educazione alimentare all’orientamento scolastico e professionale. Progetti che, solo nell’ultimo anno, hanno già coinvolto circa 30.000 studenti in tutta Italia.













