
Messa a disposizione: si tratta di una candidatura spontanea che permette di lavorare nelle scuole italiane come docente attraverso incarichi di supplenza o come personale ATA. Negli ultimi anni questo strumento è stato affiancato da nuove modalità di reclutamento, come gli interpelli, pensati per coprire i posti rimasti vacanti una volta esaurite le graduatorie ufficiali. La MAD si conferma un canale valido anche per l’anno scolastico 2025/2026, consentendo agli istituti di assegnare cattedre o incarichi non coperti diversamente. In questa guida analizzeremo nel dettaglio tutti i requisiti e le modalità per presentare la domanda.
Chi desidera lavorare a scuola tramite la messa a disposizione deve rispettare alcuni requisiti, che variano in base al ruolo per cui ci si candida. È quindi importante distinguere tra MAD per docenti e MAD per personale ATA.
Per la MAD docenti, i requisiti sono di tipo preferenziale: significa che, anche senza possedere tutti i titoli richiesti per insegnare, è comunque possibile essere chiamati per una supplenza. Può presentare la domanda un neodiplomato, un neolaureato, chi ha una laurea triennale, chi non ha ancora acquisito tutti i CFU o chi non ha esperienza. Ad esempio, anche senza la specializzazione sul sostegno è consentito candidarsi, poiché la carenza di insegnanti in questo settore porta spesso le scuole a convocare aspiranti privi di titolo specifico. Tuttavia, è sempre consigliabile possedere almeno i requisiti minimi, come un diploma che permetta l’accesso a una classe di concorso (utile per insegnare negli istituti tecnici e professionali) oppure una laurea magistrale, specialistica o di vecchio ordinamento. Inoltre, in base alla circolare del MIM del 19 luglio 2023, possono inviare la MAD soltanto gli aspiranti non inseriti in alcuna graduatoria, né della stessa né di altre province, comprese le GPS. La domanda può essere presentata per una sola provincia, ma senza limiti sul numero di scuole a cui inviarla.
Per quanto riguarda la MAD personale ATA invece, per gli ausiliari, i tecnici e gli amministrativi, la MAD può essere presentata sia da diplomati che da laureati, mentre la sola licenza media non è sufficiente. Per ogni profilo ATA è necessario possedere un titolo di studio specifico, che deve corrispondere a quelli previsti per l’accesso al relativo ruolo. È quindi importante verificare con attenzione i titoli richiesti prima di inoltrare la propria candidatura.
Per presentare la messa a disposizione nell’anno scolastico 2025/2026, gli aspiranti docenti hanno due possibilità. La prima è inviare la MAD gratuitamente, procedendo in autonomia. In questo caso è necessario compilare un modello di domanda con i propri dati e titoli e inoltrarlo direttamente alle scuole interessate, seguendo le modalità indicate da ciascun istituto.
La seconda soluzione è utilizzare un servizio di invio a pagamento, affidandosi a società o enti specializzati che, dietro compenso, si occupano di predisporre il modello e inviarlo agli istituti scelti. Questo sistema semplifica l’iter burocratico e garantisce la diffusione della candidatura a un numero ampio di scuole, ma richiede naturalmente un investimento economico.
Chi sceglie di inviare la messa a disposizione senza ricorrere a servizi a pagamento deve seguire alcuni passaggi fondamentali. Il primo step consiste nel verificare le materie che si possono insegnare con il proprio titolo di studio, individuando le relative classi di concorso. Ogni titolo dà infatti accesso a specifici insegnamenti e le classi di concorso, contrassegnate da codici, stabiliscono i requisiti accademici necessari per abilitarsi all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
Successivamente è necessario selezionare le scuole presso cui si è disponibili a svolgere supplenze. Per orientarsi si può consultare il portale “Scuola in Chiaro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che raccoglie informazioni aggiornate su tutti gli istituti italiani. In alternativa, si possono utilizzare indirizzari suddivisi per regioni e province che riportano gli elenchi delle scuole.
Infine, occorre verificare le modalità di invio indicate da ciascun istituto. Alcune scuole mettono a disposizione un form online dedicato, altre forniscono un modello di domanda da compilare o specificano canali preferenziali per l’invio. Qualora queste indicazioni non fossero disponibili, è sempre possibile utilizzare un modello libero, allegando i propri dati personali e i titoli di studio posseduti.
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