
Una nuova pagina di violenza si aggiunge alla cronaca di Gela, dove un giovane è stato arrestato con l’accusa di essere il responsabile di un’aggressione armata che ha visto una vittima ferita alle gambe. Il motivo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe legato a una rissa avvenuta in una discoteca locale, pochi minuti prima della sparatoria che ha sconvolto la tranquillità della notte.
L’episodio di violenza risale alla notte del 28 luglio 2024. È lì che, a seguito di una violenta discussione e successiva rissa all’interno di una discoteca, un 33enne è stato colpito da più colpi di pistola alle gambe. Il tutto è accaduto in prossimità di un’area di servizio, poco distante dal locale dove poco prima aveva avuto luogo l’acceso scontro tra la vittima e l’aggressore.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del reparto territoriale di Gela, guidati dal comandante Marco Montemagno, hanno ricostruito l’accaduto e permesso di collegare direttamente la sparatoria alla rissa in discoteca. I militari hanno rinvenuto sul luogo dell’agguato una pistola calibro 22 con la matricola abrasa, utilizzata per la cosiddetta “gambizzazione” della vittima, una tecnica di intimidazione che lascia segni visibili e gravi, ma che generalmente non è letale.
Il 27enne arrestato oggi è accusato di porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe avuto un ruolo determinante nell’episodio violento, per il quale è stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere. L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri dopo un’intensa attività investigativa che ha portato alla ricostruzione puntuale dell’accaduto, dimostrando l’efficacia e la determinazione dell’Arma nel contrastare ogni forma di violenza e illegalità.
Il movente sembra essere legato a un’accesa rivalità tra i due protagonisti, i quali, dopo essersi confrontati fisicamente in discoteca, avrebbero scelto la strada della violenza armata. L’arma utilizzata per l’aggressione è risultata essere una pistola clandestina, con matricola abrasa, il che implica che fosse priva di registrazione ufficiale e quindi detenuta illegalmente.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Gela, continuano per chiarire tutti i dettagli dell’accaduto e per stabilire se l’aggressione sia da considerarsi un atto di vendetta legato alla rissa o se vi siano altri fattori in gioco, come possibili collegamenti con ambienti malavitosi. Il fatto che l’arma fosse clandestina, inoltre, solleva dubbi sulla reale motivazione dietro l’episodio, portando gli investigatori a ipotizzare la presenza di contesti più ampi, legati alla criminalità organizzata nel territorio.
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