
La Sicilia è spesso vista, nell’immaginario collettivo, come una terra ricca di tradizione, ma anche di mistero ed esotismo. Questa visione è ben rappresentata dalla copertina della guida “Sicilia” di National Geographic, che mostra le tipiche maioliche blu, simbolo della tradizione siciliana.
Nel capitolo che introduce la Sicilia occidentale, l’autore Tim Jepson non esita a descrivere questa parte dell’isola come «marginalizzata e piegata dalla povertà». Secondo Jepson, solo con l’apertura dell’autostrada A29, nel 1978, la Sicilia occidentale è riuscita a connettersi meglio con il resto dell’isola. Ma nonostante ciò, l’autore parla di una zona che continua a portare il peso del passato, con un forte legame con la mafia e una fama che è difficile da scrollarsi di dosso. I nomi dei paesi, come Corleone e Prizzi, evocano ancora, secondo Jepson, un’atmosfera sinistra, che per chi proviene da paesi anglosassoni suona quasi familiare, come nelle storie dei film di mafia. A riportare la notizie è la redazione TP24.
Il turismo siciliano, come prodotto, deve adattarsi alle aspettative dei visitatori, in particolare quelli americani, che spesso associano la Sicilia a “Il Padrino” e alle sue connotazioni mafiose. Questo tipo di narrazione, che enfatizza la povertà e l’esotismo, è considerata conveniente per il marketing turistico, ma rischia di oscurare le potenzialità di sviluppo culturale e imprenditoriale dell’isola. Così, mentre il turismo cresce, la Sicilia rischia di rimanere intrappolata in un’immagine stereotipata che non riflette la sua complessità e il suo dinamismo. In questo contesto, la Sicilia viene presentata non come una terra in evoluzione, ma come una meta esotica da esplorare, mantenendo intatti i suoi tratti di “rovina” affascinante.
Essere inclusa nella prestigiosa lista del New York Times rappresenta un riconoscimento importante per la Sicilia, confermando il suo ruolo di protagonista nel panorama turistico internazionale. Insieme a mete iconiche come Londra, New York e Amsterdam, l’isola si distingue per la capacità di offrire un’esperienza autentica e sostenibile, perfettamente in linea con le esigenze del viaggiatore contemporaneo.
Il Sicily Divid: un itinerario ciclistico, che attraversa l’entroterra da Trapani a Catania, svelando i segreti di una terra ricca di storia, cultura e umanità. È una proposta di turismo lento e sostenibile, che permette di immergersi nei paesaggi collinari, esplorare siti archeologici di grande valore e vivere un viaggio gastronomico straordinario. Non è solo un viaggio, ma una celebrazione della Sicilia in tutte le sue sfumature: dalla natura incontaminata alla ricchezza storica, fino al calore dei suoi abitanti. Una meta da vivere lentamente, pedalata dopo pedalata, per riscoprire il fascino intramontabile di una terra che non smette mai di sorprendere.
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