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Maternità surrogata: da oggi verrà considerata reato universale

Da oggi, la maternità surrogata (gestazione per altri, Gpa) diventa ufficialmente un reato universale in Italia. La legge, che estende la punibilità anche per chi ricorre a questa pratica all’estero, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione definitiva del Senato il 16 ottobre.

Il disegno di legge firmato dalla deputata di Fratelli Carolina Varchi era stato successivamente sottoscritto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 4 novembre.

In cosa consiste la maternità surrogata

La maternità surrogata è un metodo di procreazione assistita in cui una donna, chiamata “madre surrogata”, porta avanti una gravidanza per conto di altre persone, che desiderano avere un bambino. In pratica, la madre surrogata accetta di concepire e portare a termine la gravidanza per qualcun altro, che diventerà il genitore del bambino una volta nato.

Ci sono due tipi principali di maternità surrogata:

  • maternità surrogata tradizionale: in questo caso, la madre surrogata è anche la madre biologica del bambino, perché fornisce l’ovulo che viene fecondato, generalmente tramite inseminazione artificiale.
  • maternità surrogata gestazionale: qui la madre surrogata non è la madre biologica. L’ovulo proviene dalla donna che desidera il bambino o da una donatrice, ed è fecondato in laboratorio con lo sperma del padre o di un donatore. La madre surrogata ospita il feto, ma non ha legami genetici con il bambino.

Maternità surrogata all’estero

La Gpa è già considerata reato in Italia da venti anni, ma con la nuova normativa la legge si estende a chi pratica la maternità surrogata all’estero, con pene che vanno fino a due anni di reclusione e multe che possono arrivare a un milione di euro.

“Chi si trincera dietro la retorica dei ‘diritti’ per giustificare la pratica dell’utero in affitto dovrebbe chiedersi perché invece ci sia una rete mondiale del femminismo che sostiene l’iniziativa dell’Italia. E considera il nostro Paese un esempio da seguire dappertutto”. Ha commentato con l’ANSA la ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella.

Le critiche delle opposizioni

Per le opposizioni la nuova normativa va contro la Costituzione. Creando una distinzione tra “bambini di serie A e di serie B” e portando con sé un approccio “medioevale”. Le Famiglie Arcobaleno e le principali associazioni Lgbt hanno espresso il loro dissenso, mentre il capogruppo di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, ha sottolineato che la legge contrasta con l’articolo 3 della Costituzione, che garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini.

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