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Ragazza suicida ad Enna, picchiato il giovane oggetto della lite a scuola: proseguono le indagini

Nel drammatico caso della studentessa quindicenne trovata morta nella casa di campagna della sua famiglia, emergono nuovi dettagli dalle indagini. Secondo quanto riportato da La Repubblica, i primi risultati degli esami tossicologici sul corpo della ragazza non hanno rilevato segni di violenza, supportando l’ipotesi del suicidio. Tuttavia, la famiglia rimane scettica su questa versione e continua a chiedere approfondimenti. Il medico legale incaricato dalla famiglia ha dichiarato che gli esami sono stati complessi e che sono necessari ulteriori dati per chiarire le circostanze della morte.

La pista del bullismo e della diffusione di immagini private

Secondo gli investigatori, alla base del possibile suicidio della ragazza potrebbe esserci stata una grave umiliazione subita a scuola. Si ipotizza infatti che la studentessa sia stata vittima di cyberbullismo, con immagini personali diffuse tra i compagni di classe. Gli inquirenti sospettano che l’episodio possa aver portato la giovane a un’estrema sofferenza psicologica, amplificata dalla vergogna e dall’umiliazione. La procura per i minorenni di Caltanissetta ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, attualmente a carico di ignoti.

Nel frattempo, Il Messaggero ha riportato un nuovo dettaglio: il ragazzo coinvolto nella lite tra la giovane e una compagna di scuola sarebbe stato aggredito da un gruppo di coetanei. Secondo le indagini, si ritiene che questo ragazzo possa essere stato ritenuto responsabile della diffusione delle immagini private, e l’aggressione subita sarebbe quindi un atto di ritorsione da parte di altri studenti.

La testimonianza straziante della madre

La madre della giovane ha descritto il dolore e l’impotenza di quei momenti, raccontando l’ultimo giorno trascorso con la figlia. Dopo essere andata a prenderla a scuola, si era accorta che la ragazza era molto turbata: aveva pianto e accennato a un litigio con alcune compagne. “A scuola l’hanno umiliata, l’hanno fatta sentire una nullità,” ha dichiarato, aggiungendo che il peso della vergogna era diventato insopportabile per la figlia. La donna ha spiegato che, dopo un breve momento di leggerezza e sorrisi, si era allontanata per circa 40 minuti. Al suo ritorno, ha trovato la stanza della figlia in disordine e, dopo averla cercata invano in casa, l’ha trovata nel giardino priva di vita. La commemorazione tenutasi ieri a scuola ha visto la partecipazione commossa di compagni, insegnanti e familiari, uniti nel ricordo della giovane.

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