Categorie: Attualità

Emergenza siccità, in Sicilia trasferimento dei pesci dai tre invasi a rischio

Continua l’emergenza idrica in Sicilia, questa volta a subirne le conseguenza la fauna degli invasi a rischio. Proprio la grave siccità sta spingendo le autorità regionali a pianificare un’operazione straordinaria per salvare la fauna ittica.

La regione ha richiesto agli enti gestori dei bacini di Fanaco, Ragoleto e Ancipa di prepararsi per il trasferimento di tonnellate di pesci in acque più sicure. L’intervento rappresenta un’operazione senza precedenti, resa necessaria dalla crisi idrica che sta colpendo duramente la Sicilia.

Il progetto di Siciliacque

La nuova operazione eviterà la morte di pesci un bacino in cui l’acqua ormai scarseggia e allo stesso tempo preserverà la qualità delle risorse idriche essenziale per l’utilizzo potabile. Il progetto verrà coordinato da Siciliacque che gestisce il servizio idrico in gran parte dell’isola. Nonostante la gestione di due dei tre invasi a rischio (Ancipa e Ragoleto) sia affidata a Eni ed Enel, sarà Siciliacque a guidare le operazioni, dato che il progressivo svuotamento degli invasi rende necessario l’utilizzo dei cosiddetti “volumi morti”, operazione che non può essere condotta in presenza di pesci.

Il trasferimento dei pesci

Il trasferimento dei pesci sarà affidato all”associazione privata Macrostigma di Noto. I pesci saranno trasferiti in due bacini più sicuri: lo Sciaguana, in provincia di Enna, e il lago Biviere di Lentini, in provincia di Catania. Il presidente della Macrostigrma, Piero Armenia spiega il progetto delicato: “Prima di tutto bisogna classificare le specie da spostare e ottenere il via libera dall’Asp, che deve accertare la salute dei pesci per evitare di contaminare i nuovi habitat con esemplari malati. Inoltre, è fondamentale verificare la temperatura e l’ossigenazione dell’acqua per prevenire uno choc termico.”

Secondo Armenia si potranno trasferire tra i 2900 ai 4000 chili di pesci al giorno per ogni invaso. I pesci saranno catturati con tecniche specifiche come nasse e reti a parete, portati in acque basse, e successivamente trasferiti in vasche con condizioni ottimali di temperatura e ossigenazione, prima di essere caricati sugli autocarri della Macrostigma.

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