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Sicilia, nel mirino della mafia diversi supermercati: arrestate 11 persone

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Undici persone indagate, accusate di associazione mafiosa. Nel mirino dei supermercati, acquistati per rivendere i prodotti dei malavitosi.

Attraverso un’indagine della Dda di Palermo, si è scoperto come un’associazione mafiosa sia riuscita ad entrare nella grande distribuzione alimentare acquistando 12 supermercati a marchio Coop. Ad oggi sono state arrestate 11 persone, di cui 6 in carcere e 5 agli arresti domiciliari. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio.

Un’ulteriore indagine, condotta dai carabinieri del nucleo Investigativo di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha fatto emergere che a capo di questi nuovi acquisiti mafiosi vi è la famiglia mafiosa di Salemi ed esponenti di spicco di Cosa nostra palermitana e imprenditori.

Il caso Coop

Al progetto di acquisizione dei supermercati Coop avrebbero partecipato gli imprenditori di Salemi vicini a Messina Denaro, Andrea e Salvatore Angelo, e indiziati di mafia come Vincenzo Lo Piccolo. I partecipanti all’operazione avevano anche intenzione di commercializzare i loro prodotti attraverso i supermercati.

Nel business sarebbero stati coinvolti anche Giovanni Beltrallo, già indagato per mafia, e Bartolomeo Anzalone, vicino a Domenico Scimonelli, imprenditore della grande distribuzione ritenuto prestanome di Matteo Messina Denaro.

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Energia elettrica e riciclaggio

Inoltre, da altre indagini è stato scoperto un caso di manipolazione dell’asta indetta dalla società di servizi pubblici che gestisce l’energia elettrica a Favignana. Questa manipolazione aveva lo scopo di favorire una società di due imprenditori provenienti da Mazara del Vallo, affinché risultasse vincitrice per la realizzazione di quattro linee di distribuzione in media tensione e due cabine di trasformazione di media/bassa tensione. Nel medesimo contesto, sono stati raccolti gravi indizi riguardanti il pagamento di tangenti da parte di due imprenditori di Campobello per ottenere il contratto di trasporto del carburante necessario per far funzionare la centrale termoelettrica di Favignana.

Rimaneva il problema del riciclaggio. I clan mafiosi palermitani pere spostare i soldi fruttavano il circuito internazionale Swift, metodo usato per trasferire all’estero somme di denaro non rendendolo più tracciabile. Le operazioni di riciclaggio scoperte dai carabinieri: una da 12 e l’altra da quasi 5 milioni di euro. D’altronde la piattaforma Swift permette alle banche per mezzo di un codice di scambiarsi messaggi con informazioni finanziarie, una sorta di whatsapp degli istituti di credito.

I protagonisti dell’indagine padroneggiavano lo strumento finanziario e ne sfruttavano le potenzialità per trasferire all’estero le somme nascondendone l’origine.

Nel corso del 2019, si presume che la mafia abbia trasferito 12 milioni di euro da un conto presso una banca tedesca a una filiale della HSBC. Gli investigatori hanno acquisito il file del report Swift, un documento che riassume i dettagli fondamentali per individuare i dettagli della transazione. Tutti i soggetti che partecipavano al piano venivano retribuiti.


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