Il Report del CRIF fa emergere la Sicilia come una delle regioni più colpite dal fenomeno criminoso; più casi solo in Lombardia e Campania.
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Gli ultimi dati sulle frodi creditizie hanno allarmato l’Osservatorio CRIF: “L’andamento fotografato dal nostro osservatorio mostra come questi atti criminali siano sempre più sofisticati e colpiscano trasversalmente i consumatori di qualsiasi età e provenienza geografica” sostiene Beatrice Rubini, Executive Director della linea Mister Credit di CRIF, che avverte inoltre di tenere alta l’attenzione durante le operazioni di acquisto online.
Ma di cosa si tratta nello specifico? Con l’espressione “frode creditizia mediante furto di identità” si intende quell’attività criminosa attraverso la quale vengono utilizzate le informazioni personali di un altro soggetto, solitamente ottenute indebitamente (ad esempio tramite furto della corrispondenza o pirateria informatica) al fine di richiedere ed ottenere prestiti per l’acquisto di beni o servizi a nome del soggetto derubato. Prestiti che, ovviamente, non verranno mai restituiti.
Purtroppo, quanto emerge dai dati sulla diffusione del fenomeno non lascia spazio all’ottimismo: il Report del CRIF, pubblicato nel dicembre 2023 e relativo al primo semestre dello stesso anno, segna un ulteriore incremento dell’attività illecita rispetto al 2022, con il posizionamento della Sicilia al terzo posto per numero di frodi: nonostante una leggera diminuzione percentuale di casi rispetto all’anno scorso, rimane tra le regioni più colpite, con una percentuale dell’11,24%, dopo Lombardia e Campania.
Secondo l’Osservatorio CRIF – Mister Credit sulle frodi creditizie, nel primo semestre 2023, i casi di frode creditizia da furto d’identità in Italia sono stati oltre 17.100, segnando un +10,8% rispetto al primo semestre dell’anno precedente, per un importo medio frodato pari a 4.845 euro e un danno complessivo stimato superiore agli 83 milioni di euro, segnando così una tendenza inquietante che potrebbe aggravarsi nei prossimi anni.
Le tipologie di finanziamento oggetto di frode sono diverse, a partire dal prestito finalizzato, che segna un aumento del 4,8% rispetto al 2022. Anche le carte di credito non sono immuni all’attività illecita, con un +22,1%, ma sono i prestiti personali a registrare la percentuale più alta, con un aumento del 61,2%. Particolarmente allarmante risulta anche l’aumento, per la prima volta, di un’altra tipologia di frode, la dilazione di pagamento per l’acquisto di beni o servizi, che rispetto al 2022 segna un aumento del 2,8%: percentuale apparentemente bassa se non risultasse più che triplicata rispetto all’anno precedente.
In crescita anche gli importi frodati che rispetto al 2022 sono più che raddoppiati, con un aumento del 112,4% per quelli compresi tra i 3.001 e i 5.000 euro, mentre in calo sono le frodi su fasce di importi inferiori ai 3000 euro.
Ad essere maggiormente colpita è la fascia d’età più giovane che va dai 18 ai 30 anni e che rappresenta 1 caso su 4 del totale, anche se un aumento di vittime si registra soprattutto nella fascia d’età che va dai 51 ai 60 anni, con un aumento dei casi del 10,6%. Seguono i 41-50enni (22,8%) in crescita del +5,8%, e i 31-40enni (20,5%).
L’acquisto di elettrodomestici resta la tipologia di frode maggiormente diffusa (34,6%) anche se in calo del -36,1% rispetto al primo semestre 2022. Al secondo posto la categoria auto-moto (che arriva al 16,5%), in crescita del +34%, seguita da consumi-abbigliamento-lusso, elettronica-informatica-telefonia, gli immobili/ristrutturazione, l’arredamento e le spese per la salute. In forte aumento, anche se rappresentano una quota pari al 7,7%, le frodi relative a finanziarie/assicurazioni, fenomeno riconducibile all’utilizzo sempre più frequente della rateizzazione delle polizze assicurative.
Dall’analisi dei documenti utilizzati per richiedere credito viene confermato l’utilizzo preponderante della carta di identità con una incidenza pari all’83,1% del totale (in leggero aumento, +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2022). A seguire si trovano la patente e i passaporti. Dallo studio emerge tuttavia che l’1,46% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica sia una carta di identità contraffatta, oppure valida ma non riconducibile al soggetto.
Anche i dati sui tempi necessari ad individuare le frodi lascia l’amaro in bocca: se è vero che quasi metà dei casi viene scoperto entro 12 mesi, d’altro canto continuano a emergere ancora oggi casi di frode messi in atto addirittura 5 anni prima.
Insomma, il quadro che emerge non appare per nulla rassicurante e sarà necessario incrementare gli sforzi nella prevenzione delle frodi creditizie, per assicurare la giusta protezione dei consumatori e garantire il corretto funzionamento del sistema finanziario. Afferma, infatti, Fabrizio Arboresi, Senior Director di CRIF: “Nel contesto di una crescente digitalizzazione, i rischi di questo fenomeno criminale sono sempre più rilevanti ed è necessaria una costante attenzione da parte dei player finanziari per fronteggiarli, attraverso l’utilizzo di sistemi evoluti e tempestivi di prevenzione che si possano facilmente integrare nei processi di digital lending”.
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