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Phishing Agenzia delle entrate: l’ente ha segnalato il rischio di ricevere nella propria casella postale comunicazioni fraudolente relative a falsi accertamenti fiscali, come presunte irregolarità nelle dichiarazioni tributarie.
Si tratta del fenomeno di phishing attraverso cui il truffatore ricava informazioni personali, dati finanziari o codici d’accesso del destinatario, utilizzando l’identità di un ente affidabile. Secondo il report “Threatland” del Security Operation Center (SOC) tra marzo e giugno 2023 in Italia si sono registrate 160mila campagne che hanno colpito principalmente il settore bancario.
Phishing Agenzia delle Entrate: i campanelli di allarme
Gli elementi del messaggio cui il destinatario deve prestare attenzione sono:
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- L’indirizzo email dell’emittente: la matrice non istituzionale (ad esempio @gmail.com) è la principale spia del carattere fraudolento del messaggio;
- Presenza di errori grammaticali;
- L’allegato al messaggio contiene un finto documento di accertamento fiscale: si va dal logo del Ministero dell’Economia insieme a quello dell’Agenzia delle Entrate;
- Le firme: il soggetto (Agenzia delle Entrate) indicato nel documento allegato non corrisponde a quello presente nel messaggio email dove viene riportato il nome del direttore dell’ente amministrativo;
- Tono minaccioso e senso di urgenza con cui vengono prospettate eventuali azioni legali, pene detentive o pecuniarie in caso di mancata o non immediata risposta, al fine di fare pressione sul destinatario della e-mail.
Phishing Agenzia delle Entrate: Cosa non fare in caso di messaggi fraudolenti:
In caso di missive telematiche sospette, che riguardano l’amministrazione delle proprie finanze, è bene:
- Non cliccare su eventuali link;
- Non rispondere al messaggio, non fornire dati personali.
Consigli utili e buone pratiche
Per accertare la veridicità del messaggio ricevuto è possibile reperire contatti utili sul portale telematico istituzionale dell’ente (agenziaentrate.gov.it), in alternativa è possibile rivolgersi all’ufficio Ade territorialmente responsabile.
La stessa Agenzia delle Entrate fornisce un vademecum utile a riconoscere le truffe informatiche: diffidare dai link accorciati dai quali non è possibile dedurre la pagina cui l’utente sarà ricondotto, né l’indirizzo di destinazione o verificare la presenza di una sola estensione per gli allegati.