Il governo Meloni ha intenzione di modificare il bonus cultura, anche a seguito delle diverse truffe legate ad esso: ecco cosa si sa dei principali cambiamenti previsti.
Il celebre bonus cultura 18App è recentemente diventato protagonista di dibattiti, polemiche e proteste. Il governo Meloni, infatti, non lo approva così com’è: se inizialmente si era pensato di eliminarlo, adesso si tengono in considerazione idee per la sua modifica.
La nuova 18App potrebbe chiamarsi “CartaG“, indicando una nuova formulazione. In particolare, ciò che cambia e rivoluziona il bonus cultura è che adesso si introdurrebbero dei nuovi requisiti: se per ora l’unico è quello di aver da poco compiuto 18 anni, adesso si sta pensando di dedicare l’agevolazione solo ai neo diciottenni che:
Il sistema di erogazione con carta o app digitale rimarrebbe inalterato, ma si starebbe lavorando per capire se possa essere possibile introdurre anche un eventuale raddoppio del bonus da 500 euro per coloro che rientrano sia nella categoria del reddito sia in quella del merito scolastico.
Tra i settori culturali di applicazione ci sarà sicuramente quello del libro, ma gli altri verranno definiti a gennaio con gli operatori economici interessati dalla misura. Inoltre, si starebbe pensando anche a possibili sanzioni per gli esercenti che si dovessero prestare ad eventuali truffe organizzate con i fondi destinati al contributo.
L’anno di nascita 2003 è stato in assoluto quello con il maggiore numero di iscritti, ovvero oltre 441 mila ragazzi, avvicinandosi solo agli iscritti del 2019, segnato dal mini-boom di nascite del 2000 con 429 mila iscritti ed un totale di spesa 198.670.903,22 euro.
Tra il 2018 e il 2020, così, in Italia sono stati assegnati bonus cultura per un totale di 354.181.519 milioni di euro.
Secondo un rapporto della Guardia di Finanza, le truffe eseguite usando il bonus cultura 18App ammontano a 17 milioni di euro.
Gli importi indebitamente percepiti ammontano a 13.653.354 euro, mentre operazioni sospette per ulteriori 3.557.874 euro sono state segnalate al ministero della Cultura: il totale è quindi pari a 17.211.228 euro.
I meccanismi fraudolenti più utilizzati sono la compravendita su internet attraverso l’utilizzo di piattaforme come Facebook e Telegram, la conversione del bonus cultura in voucher da spendere in un periodo temporale successivo alla scadenza del periodo di validità, l’acquisto di apparecchiature elettroniche non consentite dalla normativa, come per esempio smartphone, tablet, e console, la simulazione dell’acquisto di un bene consentito, poi restituito in cambio di un altro bene ed il furto di identità digitale Spid per accedere alla piattaforma 18App.
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